lunedì 16 luglio 2007

Vacanze.....precarie....!



Nel seguente articolo di Pierangelo Sapegno da "La Stampa" (http://www.lastampa.it/) è ben descritto ciò che la società che noi stessi abbiamo creato ci impone di fare : CONSUMARE !
Nell'era della tecnica, del consumo, ossia nel postmodernismo l'uomo non esiste. Ciò che esiste è l'immagine che egli dà di se, non importa più la qualità della vita o i compromessi a cui egli deve scendere, importa solo ciò che agli altri appare. L'uomo è sceso a livello di "ologramma"
Ecco allora che pur di consumare (in questo caso le vacanze estive) ci si riduce alle peggiori condizioni di "soggiorno".




Quelli delle ferie nel parcheggio

PIERANGELO SAPEGNO

L’Aurelia è una fila di luci abbaglianti. Il signor Germano dice ai bambini di far silenzio. Loro sono già a letto dentro la macchina, sul bordo della strada. Adesso arriva anche papà, si dorme tutti qui. Germano fa l’operaio. «Così porto al mare tutta la famiglia», dice.

La spiaggia è sotto al ponte, prima della galleria di Varigotti, uno strapiombo su una piccola baia. Nel parcheggio di Finale davanti alla Guardia di Finanza, l’altra sera erano in venti a dormire nelle macchine. Qualcuno s’era aperto pure le tende dentro l’auto. Stanotte sono disseminati lungo l’Aurelia, un piccolo esercito. E se ci parli assieme, scopri che non sono dei disperati. Sono i tuoi vicini di casa, sono quelli che saluti al bar.
Sul bordo della strada Marco ha 23 anni, da Milano, operaio meccanico specializzato, e questa notte tira giù i sedili e dorme dentro la sua Seat Leon, su questo bordo della strada, davanti alla spiaggia di Varigotti. Anche Giovanni ha 23 anni e viene da Milano. Fa l’impiegato in una ditta edile, responsabile delle gare d’appalto. Gioca con il computer aspettando di prender sonno sulla spiaggia. Ogni tanto vengono i vigili e i carabinieri, fanno le multe e li cacciano via. Ma loro ritornano.

E’ il popolo delle notti sconosciute, delle vacanze che non contiamo mai. Sono quelli che guadagnano 700 euro al mese e come si fa, quelli che hanno un lavoro come si trova, quelli che «hanno una laurea da disoccupato», che «è meglio guardare il cielo che pagare un albergo», che «in Grecia sì, ma in Liguria è troppo caro», quelli che «ci venivo da piccolo con mamma e papà e stavamo stretti stretti in macchina nella notte buia», quelli che «l’Italia siamo noi» e chissà se un giorno lo capiranno, quelli che hanno scaricato un film su Internet e stanotte si guardano sul computer Diego Abatantuono, Attila flagello di Dio, quelli che si svegliano al mattino, si stropicciano gli occhi e scorgono appena gli altri che salutano il giorno come loro, lì vicino, spalla a spalla. Votano Rifondazione comunista, Forza Italia, Alleanza nazionale, ma anche chi se ne frega di quei ladroni, sono l’Italia sotterranea e trasversale, e l’Italia comune che ha riempito le piazze la sera di Berlino, l’Italia che scopriamo sempre e non riconosciamo mai, come se avessimo tutti un fratello che è figlio unico, disgregato, disoccupato, dimagrito.
La sveglia.

Quand’è arrivato al mattino presto per aprire il ristorante La Caravella, Bruno Gonella ne ha trovati 20 che dormivano sulla spiaggia: «Ma era tutta brava gente e non ho chiamato nessuno». Alle due della notte sta seduto sulla soglia con una birra in mano. «Io sono il guardiano di Varigotti», dice. Qualche sera fa avevano ammucchiato degli ombrelloni per farsi la casa sotto il cielo di stelle e allora aveva fatto venire i vigili. Avevano sequestrato tutto, ma quelli erano scappati. Come quando vanno a ritirare gli ombrelloni che riempiono le spiagge libere durante la notte. Occupazione di territorio pubblico: se uno per sbaglio va a richiedere il suo ombrellone paga 1030 euro. Per fortuna, non sbaglia mai nessuno.

I vigili li collezionano, gli ombrelloni. Ma quelli che sono qui stanotte non hanno paura dei vigili. Federico e Leonessa hanno messo gli asciugamani sui finestrini per nascondere la loro camera da letto. Germano è venuto qui con la moglie e i due figli da Novara. Fa l’operaio. Ha comprato questo fuoristrada a rate, una grande Toyota blu scura, e adesso ci dorme con la famiglia, aspettando questa mattina di luce chiara per farsi il bagno sulla spiaggia libera di Malpasso e prendersi un po’ di sole. «Con quel che guadagno mica posso permettermi una camera d’albergo per tutti». Meglio spenderli per questo macchinone. «Si sta comodi», dice. E fa bella figura anche in questa notte piena di luci abbaglianti che corrono sull’Aurelia, sotto a questo cielo di presepe.
In Spagna Simone è un impiegato commerciale, pure lui di Milano. «Faccio preventivi in un’azienda di serramenti». Stipendio di 700 euro al mese, e fino a 60 giorni fa era di 500. «Ti pare che posso pagare un albergo qui in Liguria?». Però, 15 giorni in Spagna se li fa lo stesso, e dormirà pure in albergo «perché lì i prezzi sono più civili».

Alessandro, 23 anni, agenzia immobiliare, Milano. Questo posto l’hanno scoperto per caso una mattina passandoci. Non sapevano che ci dormisse tanta gente. Dice: «Si vede che siamo in tanti che la pensiamo allo stesso modo».

Poi ci sono Daiana, Tania e Alessia, tutte e tre studentesse. Tania che ha 22 anni si laurea martedì in economia e commercio: «Quindi puoi scrivere che sono una disoccupata». Più su, sulla strada, Tatiana, 24 anni, è operaia in un’azienda tessile di Milano, e ci viene per divertimento: «lavoro ma mi mantiene la famiglia. Per questo week end mi hanno dato dieci euro». La benzina la paga il fidanzato, il mangiare se lo portano da casa. Alessio, 29 anni, da Monza, è impiegato in un’azienda di plastica. Viene qui tutti gli anni, sull’Aurelia, stesso posto e stesso mare, nel parcheggio sotto al costone, vicino al ponte prima della galleria. Federico invece fa il benzinaio e ha scoperto queste vacanze per caso, una notte di tre anni fa: «Mentre passavo ho visto tutte queste macchine ferme con le luci accese. Mi sono chiesto che cosa ci facevano e quando l’ho capito ho deciso di farlo anch’io».
Prima di addormentarsi Giovanni ha acceso il computer. Con gli amici si guarda il film di Abatantuono prima di andare a dormire. Due metri più in là arrivano le risate di Ivan e dei suoi compagni di notte: «Queste non sono proprie vacanze. Sono una fuga da Milano. Appena possiamo, partiamo tutti i venerdì sera. Ci venivo con i miei da bambino. Loro amavano la Liguria, ma non avevano i soldi per mantenere tutta la famiglia in albergo. Hanno cominciato a portarci qui. E’ un posto magnifico e si sta bene». Come Andrea, che fa il praticante in uno studio di avvocato e l’ultima volta ha votato Forza Italia: «Che male faccio? Mica rubo a dormire sotto alle stelle». Certo che no.

Tanto ci pensa Bruno della Caravella, se succede qualcosa, seduto sulla soglia, a guardare le luci che si spengono.

Tutto tranquillo, dice. E’ una buona notte.

1 commento:

GYPSY ha detto...

Crea una sensazione strana giudicare bello un articolo quando parla si situazioni tristi, precarie. Io abito nella parte opposta di quella descritta, a Rapallo, naturalmente per casualità, da tanti anni. La zona credo sia più lussuosa di Varigotti e località limitrofe e quindi molto più cara, tutto è molto più caro. Io vado in spaggia, nel tratto di mare che da Rapallo va verso Santa Margherita, la mattina presto è molto spesso vedo giovani, non simpatici barboni, che dormono sugli scogli, sopra un asciugamano coloratissimo comprato alla standa. A volte chiacchiero con loro, mi chiedono dove poter comprare la focaccia senza spendere molto. E' triste non poter rispondere, non esiste la focaccia da comprare senza spendere molto. Ma vorrei parlare delle seconde case, quelle costruite durante la "rapallizzazione", che molti milanesi hanno comprato con il mutuo e che ora non riescono a mantenere. Alcuni sono monolocali di trenta metri quadri, ed è incredibile vedere quante persone, vecchi e bambini, si stipano in così poco spazio. Indubbiamente i ragazzi che dormo sulla spiaggia hanno molto più spazio, magari il mal di schiena, ma almeno vedono le stelle e l'alba. Vittorio