mercoledì 12 dicembre 2012

La coppia (in)felice.


Solitamente, in una coppia preferisco avere a che fare con la donna.
E, detta così, da un uomo eterosessuale, potrebbe generare equivoci. Certo, direbbe qualcuno, che scoperta.
Ma non è di “quello” che voglio dire.
Preferisco il rapporto con la donna, perché mi ci trovo (quasi) subito ad agio. Una battuta e ci si rilassa.
Con gli uomini è diverso, probabilmente entra in ballo un certo senso di competizione. E, spesso, molto spesso, il decollo tarda.
La donna invece, funge da cavallo di Troia.
Se riesci a entrare nelle sue grazie, anche il compagno cederà.
La consueta premessa, serve a introdurre un altro discorso.
Diverse volte, m’è capitato di parlare dei due mostriciattoli che guastano la mia serenità pomeridiana della domenica, Clemente e Clotilde.
Questa volta, racconterò dei genitori: Andrea e Giorgia.
Torinese, avvocato e di famiglia mediamente nota nell’ambito della borghesia cittadina, lei; romano, nobile con tanto di avi papi (ducaconte vattelapesca), produttore di un ottimo vino rosso marchigiano (i possedimenti maceratesi della famiglia) e organizzatore di ricevimenti nel castello (sempre di famiglia) sito alle porte della Capitale, lui.
Il biondo dei due pargoli è di lui, il carattere rompiminchia e prepotente è di lei.
Infatti, sono due anime che non si capisce bene quale destino ha unito.
Il bianco e il nero. Ma non nel senso orientale di Yin e Yang, ovvero perfezione, metà di mela, completamento.
No. Nel senso dell’esatto contrario, ovvero lei Omega e lui Tau. In comune, solo l’essere persone.
E la cosa brutta, è che più si conosce lui e più ci si dispiace della sciaguratezza.
Verrebbe addirittura da pensare che, in base a chissà quale accordo di natura medievale, siano stati promessi. E chi se l’è presa nel posto dove non batte il sole, è lui.
Lei è una persona piatta, un mostro come uso dire in questi casi.
Devo ammettere che in questa descrizione mi sento un pelino stronzo, ma quel che scrivo non è forzato, non ho nulla contro di lei, è verità. Perlomeno, nell’accezione di chi vede i comportamenti quotidiani.
Amore per i figli: 3 meno.
Tralasciando i pianti disperati alla scoperta che il primogenito era sordomuto (la stronza di merda!), li tratta proprio male. Urla, mai un abbraccio, mai una carezza.
L’esperienza di una sorella fasulla come plastica, mi ha vaccinato a determinati comportamenti.
Riconosco un sorriso falso a chilometri. E questa Giorgia ne dispensa in quantità industriali.
Andrea è diverso.
Andrea è una persona, non è un mostro.
No, non voglio parlare di una persona sopra gli schemi. No. E’ una normalissima persona. Così normale da stupire.
Non si smenazza con tecno-cippalippi, non ti parla di stamminchia di eccezionale.
E’ normale, è una persona.
E’ uno che quando sorride gli si allargano le pupille, che per me è sintomo di sincerità.
Vabbé, la wodka ha fatto effetto. Vado a preparare la cena, sennò qualcuno pensa che mi sono innamorato (O__O).
Buonanotte.

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