venerdì 14 settembre 2012

Schiavitù.


Quella che vige sotto il dominio capitalistico, è una schiavitù peggiore della schiavitù stessa.
Se per schiavitù, intendiamo (anche, ad esempio) la definizione che ne da Claude Meillassoux nel suo “Antropologia della schiavitù”: “…schiavo è colui che fornisce la totalità del suo tempo a un padrone che provvede in cambio alle sue necessità vitali”.
La società capitalistica, invece, esegue una schiavitù peggiore perché la ammanta di falsità mediante la libertà.
Libertà, nella società capitalistica, non è libertà per tutti ma solo per chi possiede il controllo dei mezzi di produzione e di scambio.
Ma libertà, è anche l’affrancarsi, sempre e solo per chi detiene il controllo dei mezzi di produzione e di scambio, dal curarsi dei propri schiavi.
Nella società capitalista, la libertà è schiavitù senza diritto di vita.
Una volta lo schiavo, per la sua utilità, aveva almeno salva la vita; oggi intere popolazioni, per la loro inutilità, non hanno neppure questa garanzia” (U. Galimberti, Parole nomadi).

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