mercoledì 12 ottobre 2011

Storie di ordinaria disperazione (vaffanculo!)


Leggo sul giornale, LaStampa, che ieri mattina all'alba un nucleo di agenti della Polizia Municipale di Moncalieri, in provincia di Torino, ha effettuato un blitz all'interno di una fabbrica abbandonata.
Le forze dell'Ordine erano state allertate da diverse segnalazioni fatte dagli abitanti della zona infastiditi dal viavai notturno.
Messa così, vien da pensare che i capannoni dismessi fossero oggetto di "attenzione" da parte di qualche ladruncolo o che ci fosse uno spaccio di droghe.
Niente di tutto questo.
Pare infatti, che l'unico "spettacolo" che si è presentato davanti agli agenti fosse quello della disperazione.
Non distante da mucchi di immondizia e da topi, si è scoperto che dormivano diverse persone di diverse nazionalità. Tra cui quattro italiani.
Un settantenne senza famiglia, un cinquantacinquenne e una coppia, padre e figlio, scoperti all'interno di un'autovettura parcheggiata nei pressi, che, sfrattati da qualche giorno, non sapevano dove andare.
Storie di ordinaria disperazione, insomma.
Ma, nonostante la sempre più frequente terribile consuetudine, non si può non dedicare un pensiero a questi e alle migliaia e più che non da ora si arrangiano in modi simili.
Intiepidita la rabbia che inevitabilmente provoca, senza retorica di circostanza, lo "scoprire" determinate situazioni, credo che sia il caso riflettere su alcune questioni.
1) Che la Legge sia fatta dagli uomini e che, nel momento in cui viene esibita, assuma un carattere sovrannaturale da cui pare impossibile (o almeno difficile) esimersi è vero tanto quanto il fatto che può (e deve!) essere interpretata da chi ha l'incarico di farla rispettare. Si assiste quotidianamente ad interpretazioni dotate di medio-alta elasticità, o quantomeno flessibili. Perciò il buon senso vorrebbe che, davanti a situazioni cosiddette "limite", oltre al Codice venga presa in considerazione la pietà.
2) Moncalieri, per chi non vive da queste parti, è provincia di Torino quanto lo può essere Primavalle a Roma o Quarto Oggiaro a Milano, quindi mi chiedo (ma ovviamente la domanda ha ben altro destinatario), nel 2006, per le Olimpiadi, sono stati costruiti palazzi per ospitare atleti, giornalisti e tifosi, è possibile che non se ne possano costruire (o almeno ri-destinare, tra quelli esistenti e non utilizzati) per ospitare chi non ha un tetto sulla testa e fatica a mettere insieme 6 pasti a settimana?
3) Premettendo che in questo caso la Tav c'entra relativamente, che cazzo di società depravata è quella che predilige la spesa per la costruzione di una ferrovia che servirà soprattutto al trasporto merci e non si preoccupa di chi è costretto a vivere per strada?
E basta così, per ora.
Vorrei dire tante cose, a partire dalla questione "dignità", ma ci sarà tempo adatto.

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