mercoledì 25 agosto 2010

No Beast so Fierce (3 of 3)

"Come una bestia feroce" si accentra principalmente sulla rabbia e la frustrazione che il protagonista del romanzo, proprio come lo stesso Bunker, prova quando viene rimesso in libertà e si trova a dover fronteggiare nel migliore dei casi l'indifferenza, nei peggiori l'odio e l'ostilità del mondo esterno.
Uno dei ricordi più brucianti che Bunker conserva di quei momenti riguarda le dolorose vesciche provocate dalle scarpe normali, dopo che per anni i piedi erano stati abituati alle ampie calzature della prigione. Prima della sua uscita, Bunker aveva scritto centinaia di lettere richiedendo lavoro, senza ottenere una sola risposta. La sua fedina penale aveva agito come un'efficace condanna. E' questo il destino di molti ex detenuti in America, per i quali spesso l'espiazione dei peccati in carcere non è sufficiente, agli occhi della società civile, a garantire una significativa redenzione.
Emarginato nel vero senso della parola, Bunker si fece ancora una volta fagocitare dal crimine. Una notte, dopo aver scassinato la cassaforte di un bar, venne arrestato dopo un vertiginoso inseguimento in auto e venne immediatamente processato. Nell'aula del tribunale si finse pazzo, e poco dopo convinse gli specialisti a emettere una diagnosi di schizofrenia. Lo stratagemma ebbe un tale successo che Bunker venne spedito alla prigione di Vacaville e classificato come detenuto pericoloso, giudizio che Bunker fece di tutto per confermare abbandonandosi più spesso che poteva a solitari e sonori deliri.
Riportato davanti alla corte, Bunker riuscì a farsi concedere la libertà su cauzione e restò in libertà per più di un anno.
In questo periodo si spostò in continuazione tra Los Angeles e San Francisco, gestendo quello che oggi definisce "un piccolo impero della droga". Ma i fondi presero a scarseggiare. Per aumentare le sue entrate, decise di rapinare una prospera piccola banca di Beverly Hills. Ma a questo punto si verificò la più incredibile delle coincidenze, che avrebbe potuto avere connotazioni davvero comiche se le sue conseguenza non fossero state così gravi. All'insaputa di Bunker, gli agenti della narcotici avevano nascosto un segnalatore nell'auto usata da Bunker per la rapina. Ci si aspettava che il "pollo" potesse condurre le forze dell'ordine nel bel mezzo di una trattativa illegale. Ma Bunker, armato e preparato a commettere una rapina e seguito non soltanto da un'auto ma perfino da un elicottero, condusse gli agenti proprio davanti all'ingresso della banca, dove si scatenò il pandemonio quando lo sfortunato rapinatore venne riconosciuto, inseguito a lungo in auto, catturato ad armi spianate e severamente percosso.
Questa volta le prospettive erano per Bunker piuttosto grame. Già per tre volte in galera, Eddie si apsettava una condanna a venticinque anni. Tentò il suicidio, ma venne condannato a cinque anni per tentata rapina e a sei anni per traffico di droga, pene da scontarsi simultaneamente.

(Tratto dall'introduzione di "Come una bestia feroce" di Edward Bunker, a cura di William Styron; Mondadori, Milano)

sottofondo consigliato: "Two of Us", The Beatles, 1970


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