venerdì 23 gennaio 2009

UN FAVOLOSO SISTEMA LIBERO.

A proposito di libertà avrei un paio di cosette da dire.
Fino a qualche anno fa avevo un conto in banca (come del resto la maggior parte degli italiani).
Porca pupazza quante comodità!
La domiciliazione per il pagamento dei bollettini di gas, elettricità, telefono, eccetera e non più fastidiose file alla posta o negli uffici specifici.
Poi una meravigliosa card elettronica, detta anche bancomat, che mi permetteva di spendere liberamente i miei soldi nei negozi o di prelevare anche in piena notte.
Ma, ovviamente, nessuno fa niente per niente e tutte quelle gioie (oltre alla gioia di ricevere ogni mese un resoconto dei movimenti e di quanto sia povero...) si pagano.
Non possiedo altre entrate all'infuori dello stipendio, perciò dopo aver fatto due veloci calcoli sono giunto alla conclusione che pagare una serie di servizi che potevo benissimo espletare da solo era alquanto sciocco e dunque ho deciso di chiudere il conto.
Ahhh.....che liberazione!
Da allora tutto bene, a parte la faccia allucinata dei commercianti quando dichiari che paghi in contanti.
Poi, qualche giorno fa, una scoperta.
Ma prima, una breve premessa.
Da più di due anni, ogni mese, mi reco all'agenzia della banca in cui il mio padrone ha il conto per cambiare in contanti l'assegno dello stipendio. Per eseguire tale operazione è richiesta l'esibizione di carta d'identità e codice fiscale e di questi documenti viene fatta una fotocopia (tralasciamo l'idiozia degli impiegati, sono solo due e si avvicendano,che tutte le volte, tutte!!!, mi rivolgono la medesima domanda:"E' la prima volta che cambia un assegno da noi? Ha già un conto?....!!!!!).
L'ultima volta la scoperta appunto.
L'impiegato, mentre svolgeva l'operazione, mi dice:" Per questa volta va bene così, ma sappia che in futuro dovrà esibire un terzo documento"; "Come un 'terzo' documento? Ossia non bastano più carta d'identità e codice fiscale?", chiedo io; "No, non bastano", mi dice lui; "E quindi?"; "Quindi sarà necessario un ulteriore identificazione tramite patente, passaporto, tessera tramviaria...", mi precisa.
Dopo qualche secondo di sorpresa mista ad incredulità gli chiedo:" Ok, capisco le norme di sicurezza ma mi pare un'esagerazione...ci chiederanno le impronte digitali?, e lui mi risponde:" Vede, non è tanto una questione di sicurezza quanto di fare in modo che la banca sia frequentata principalmente dai propri clienti".
Tutto questo non vuol dire altro che io, per esempio, non sono libero di non avere un conto corrente (in banca o alla posta poco importa, nonostante i costi "popolari" offerti dalla seconda).
In futuro mi (ci) obbligheranno a prendere anche la patente?
Evviva la società delle libertà!

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