lunedì 23 giugno 2008

Turineis...pride...(???)

Inizieranno stasera con il rituale "farò" e culmineranno domani con i fuochi d'artificio sul fiume, i festeggiamenti in onore di San Giovanni, il santo Patrono della città in cui vivo e che amo, Torino.
E visto che sono orgoglioso di essere torinese voglio condividere le bellezze e le curiosità di questa meravigliosa città.

Il nome: La leggenda vuole che il principe egizio Fetonte, là dove il Po si incontra con la Dora, abbia fondato la città di Taurina (attorno al 1523 a.C., prima ancora di Troia), in onore di Api, divinità egizia dalle fattezze di toro. I Taurini, invece, popolazione di ascendenza celto-ligure, s'insediarono nel III secolo a.C. in un villaggio di nome Taurasia, dalla parola indigena tauro,ovvero monte,mutata poi, per analogia, nel simbolo del toro. Tra il 29 ed il 28 a.C., i romani stabilirono qui la colonia di Julia Augusta Taurinorum, che in seguito ridusse il suo nome a Taurinorum, per indicare il luogo in cui vivevano i Taurini, per poi semplificarsi in Taurinos, ed infine Torino.

(piazza Carignano)

La pianta romana: La città ha origini romane, testimoniate dalla Porta Palatina, unica vestigia delle mura dell’antico castrum (circa 760x660 metri divisi in 72 isolati separati da vie incrociate ad angolo retto).Resta la rigorosa impostazione ortogonale, scandita da due arterie principali perpendicolari (il decumanus, ovvero l’asse est-ovest, l’attuale via Garibaldi e il cardus, corrispondente alle attuali via Porta Palatina e via San Tommaso).Solo le diagonali ottocentesche di via Pietro Micca e di via Quattro Marzo tradiscono quest’ordine.
Il simbolo: Nel 1335 all’angolo tra via Garibaldi (allora via Dora Grossa) e via San Francesco d’Assisi, sorgeva una torre alta 55 metri, la Torre di San Gregorio, sormontata da un toro in bronzo dorato. L’animale era cavo e perciò il vento, passando per le sue fauci spalancate, emetteva un suono che annunciava agli abitanti l’arrivo di un temporale. I torinesi gli attribuirono l’affettuoso appellativo di Gioanet, eleggendolo a simbolo della città. Durante l’occupazione francese, Napoleone ne decise l’abbattimento. Lo spirito del beneamato Gioanet, però, continua a vivere nei torelli (torèt), le fontanelle verdi in ghisa disseminate per tutta la città.
Patrono e festa: Il santo patrono di Torino è San Giovanni Battista, la cui festa cade il 24 giugno, in quello che la tradizione bizantina riteneva essere il solstizio estivo. A differenza di tutti gli altri santi, San Giovanni si ricorda nel giorno del suo presunto concepimento. Le origini della ricorrenza risalgono al XIII secolo. Secondo le credenze popolari coincideva con l’inizio dell’estate ed era celebrata con veglia, processione e banchetto, completo di balli e canti davanti al Duomo. Una leggenda popolare cuneese narra che i soldati di Erode, per riconoscere la casa del Battista destinato alla decapitazione, la segnarono con un ramo di noce; i concittadini, che volevano salvare il Santo, per confondere i soldati appesero un ramo di noce sulle porte di tutte le abitazioni. Un'usanza ormai andata persa, voleva che ogni nucleo famigliare a San Giovanni appendesse alla porta esterna di casa un ramo di noce: se il giorno dopo il ramo era secco voleva significare bel tempo, se restava ancora fresco le probabilità di pioggia erano elevate. Il culmine dei festeggiamenti era poi il grande falò allestito in piazza Castello. Ancora oggi, se il falò cade verso Porta Nuova, si dice che Torino trascorrerà un anno fortunato.

(piazza Bodoni e il Conservatorio)

Maschera: Tutti sanno che la maschera di Torino è Gianduja, ma pochi ne conoscono la storia. La sua origine va ricercata nella rumorosa piazza Castello di fine Settecento: tra i molti saltimbanchi e burattinai si arrabattava anche Gian Battista Sales, noto per il suo personaggio di Giròni (Gerolamo), la marionetta "animata" dalle sue abili mani. Si intravedevano già l’aspetto e l’abbigliamento della futura maschera,che deve il suo nome a "Gioan dla douja", da cui per semplicità Gianduja, contadino di provincia e amante delle osterie (douja significa boccale).
Nomi e cognomi: Ecco alcuni tra i più tipici cognomi torinesi: Arpino, Barbero, Beccuti, Borgesio, Calcaneo, Della Rovere, Ferrero, Pautasso, Rebaudengo, Rossetto, Silo e Zucca. Il nome maschile più in voga è Andrea, mentre, per le femminucce, il più gettonato è Sara.
Portici: Premurosa di riparare i suoi abitanti sia dal sole che dalla pioggia, Torino conta ben 18 km di portici. "Un torinese senza i portici è un uomo morto", dicevano nell’Ottocento. Da quelli storici, in pietra grigia, di via Po, ininterrotti sul lato sinistro per evitare che i reali si bagnassero durante le loro passeggiate, all’elegante marmo novecentesco di via Roma; da quelli regali di piazza Castello, detti "della fiera", fino a quelli commerciali di Porta Palazzo. I portici più ampi sono quelli di piazza San Carlo, che misurano 7,50 metri di larghezza, mentre i più stretti sono quelli di piazza Palazzo di Città, che arrivano appena a 4 metri.
I misteri : Torino, crocevia di popoli e segreti fin da tempi antichissimi, circondata da fiumi lucenti e custode di magie. Una ricca simbologia e molti misteri si annidano nel matematico reticolo delle vie di questa città, che, forse, non è poi così "squadrata" come sembra...
Il Po rappresenterebbe il Sole, la parte maschile, e la Dora la Luna, la sua controparte femminile. I Romani, inoltre, costruirono la città attenendosi alle regole magiche che prescrivevano di aprire le 4 porte di accesso in corrispondenza dei punti cardinali, mentre la via principale segue il percorso ascendente del Sole nel cielo. Torino si trova poi sul 45° parallelo, segnalato dall’obelisco con in cima l’astrolabio situato in piazza Statuto (uno uguale si trova ad 11 km di distanza, alla fine di corso Francia).

(Chiesa della Gran Madre di Dio)

La Sacra Sindone: Lunga 437 cm e larga 111,è il lenzuolo che, secondo la tradizione, avrebbe avvolto il corpo di Gesù dopo la crocifissione. Per gli scettici è semplicemente un telo che reca impressa l’impronta del corpo di un uomo alto un metro e 77, torturato e ucciso tramite crocifissione in tempi lontani. Attualmente il "sacro lino" si trova nel Duomo, la Chiesa di San Giovanni, dove venne portato nel 1578, dopo esser scampato all’incendio della chiesa francese di Chambery ed esser stato minuziosamente riparato dalle suore clarisse. Anche nella nostra città la Sindone ha rischiato di essere danneggiata a causa di un nuovo incendio avvenuto nella notte tra l’11 e il 12 aprile del 1997, ma venne prontamente portata in salvo dai vigili del fuoco. Più volte lambita dalle fiamme quindi, ma mai distrutta. Secondo la tradizione esoterica, chi possiede una delle reliquie di Cristo le possiede tutte. La presenza della Sindone a Torino, quindi, garantirebbe alla città la presenza degli altri simboli della cristianità. Di qui la convinzione che la chiesa Gran Madre di Dio, ai piedi della collina torinese, conservi il Sacro Graal, il calice in cui bevve Gesù durante l’Ultima Cena e in cui fu raccolto il suo sangue dopo la Crocifissione. Le due statue all’entrata, raffiguranti la Fede e la Religione, lo dimostrerebbero. Una regge una coppa che simboleggia il Sacro Graal, l’altra ha lo sguardo che pare perdersi nel vuoto. Secondo uno studio del Politecnico di Torino, esso indicherebbe una strada, un percorso che conduce esattamente al Palazzo di Città, là dove una credenza esoterica vuole che il Graal si trovi. E siccome non c’è due senza tre... i sotterranei della Basilica di Maria Ausiliatrice custodirebbero un crocefisso realizzato col legno della croce di Gesù.

(Fontana Angelica, piazza Solferino)

Magia bianca: Torino è uno dei tre vertici nel mondo del triangolo della magia bianca, insieme con Praga e Lione. Gli esoteristi affermano che in città il punto nevralgico sia piazza Castello: per la precisione l’epicentro dell’energia positiva si trova nel punto in cui sorge palazzo Reale, in corrispondenza della fontana dei Tritoni. Il cancello del Palazzo, incorniciato dalle statue equestri dei due Dioscuri, Castore e Polluce, segnerebbe il confine tra la città santa e quella diabolica. I punti di massima concentrazione delle forze bianche sarebbero proprio il centro della cancellata - un tempo adottata per l’ostensione della Sacra Sindone - e la Mole Antonelliana. Quest’ultima irradierebbe su tutta la città le energie benefiche assorbite dal sottosuolo. Sempre in tema di magia bianca, merita una visita piazza Solferino per la sua Fontana Angelica. Composta da quattro gruppi di statue poggiati su basi di granito, fu costruita secondo regole massoniche. Ai lati due gruppi femminili rappresentano la Primavera e l’Estate; al centro, in posizione più alta, due figure maschili, l’Autunno e l’Inverno,versano acqua da un otre. I due otri sono i simboli astrologici dell’Acquario e dell’Ariete, segno sotto il quale si trova l’Italia. Le figure femminili rappresentano i due aspetti dell’Amore, quello sacro e quello profano. Infine, l’acqua versata rappresenterebbe la conoscenza: ad essa gli uomini si abbeverano per progredire verso l’alto.
Magia nera: Torino, con Londra e San Francisco, comporrebbe il temibile triangolo della magia nera. I luoghi che fanno della città un importante e rinomato centro di magia nera sono molteplici e provengono da differenti leggende e culture. Piazza Statuto è il "cuore nero" della città. Innanzitutto perché si trova ad occidente, posizione considerata nefasta perché vi tramonta il sole. Inoltre in questa zona, dai tempi dei Romani, c'era la "vallis occisorum", ovvero la necropoli. Proprio in piazza Statuto si trovava il patibolo, che i francesi trasferirono all'incrocio tra corso Regina Margherita e via Cigna, oggi chiamato "rondò dla forca". È probabile che i corpi dei giustiziati siano ancora sotto corso Francia e via Cibrario. E a ben guardare, nel cuore del piccolo giardino della piazza, si trova un tombino... per i più suggestionabili è la Porta dell'Inferno, per i più prosaici conduce al nodo centrale delle fogne nere della città. All'imbocco della piazza si trova la Fontana del Frejus, costruita in ricordo dei caduti nella costruzione del traforo, che però è stranamente rivolta verso via Garibaldi, e non verso corso Francia e il traforo. Racconta la tradizione che l'angelo che sovrasta l'obelisco sia in realtà Lucifero. E sempre nei pressi di piazza Statuto, il più vicino possibile al patibolo, abitava un tempo il boia di Torino, per la cronaca in via Bonelli, una strada stretta e quasi mai assolata. Sempre vestito di nero, girava per tutta la regione portando una borsa con i "ferri del mestiere" e un listino prezzi per ogni differente tipo di uccisione. A lui, inoltre, toccava punire coloro che avevano fatto fallimento: i condannati venivano battuti ripetutamente su una panca di legno alta circa 10 centimetri e posta nei pressi di via Corte d'Appello, fino a che il legno non cedeva. La chiesa della Misericordia, in via Barbaroux, consegna al giudizio della Storia queste usanze horror: in teche di vetro sono conservati il registro dei condannati, i cappucci neri, il "bicchierin" dell'ultimo sorso e il crocifisso. Qui veniva data ai condannati l'estrema benedizione e la sepoltura. Il Museo Egizio sarebbe un altro elemento a riprova dell'imperio e dell'influsso malefico della magia nera a Torino. Nel 1824 venne acquistata la collezione di Bernardino Drovetti, costituita da oltre 8000 oggetti tra statue, papiri e stoffe, sarcofagi e mummie, oggetti di bronzo, amuleti, monili e simboli del culto degli dei, oggetti della vita quotidiana e quant'altro. Orbene, a detta di autorevoli occultisti, alcuni reperti sarebbero dotati di carica benefica, altri di carica malefica. Il Museo, quindi, sarebbe campo di interminabile battaglia tra le forze del bene e del male. Per fortuna, gli oggetti benefici sembrano essere in maggioranza! E per non farci mancare nulla, ecco che a partire dal '700, a Torino, compaiono numerose sette di vario genere, esoteriche e/o iniziatiche, a partire dalla Carboneria, la Giovine Italia e la Massoneria, sino ad arrivare alle associazioni di magia.
Ma dove incontrarsi al riparo da occhi indiscreti?:Torino non è certo una città superficiale... una serie infinita e non del tutto esplorata di cunicoli si apre nel sottosuolo: chilometri di gallerie che un tempo erano arterie vive della città, rifugi di guerra e di carestia, ma anche antri nascosti in cui praticare culti e magie proibite. Così, esplorando la Torino sotterranea, sono state scoperte sotto Palazzo Madama le grotte alchemiche, all’incrocio di grandi linee telluriche e geomantiche. Qui operavano gli "scienziati" di casa Savoia, incaricati di trovare la Pietra Filosofale per trasformare il "vile metallo in oro". Vi si accedeva dalla cripta della SS. Annunziata e dai sotterranei del Palazzo. In virtù della protezione accordata loro dalla "Madama reale", gli alchimisti condussero indisturbati le loro ricerche e furono un richiamo irresistibile per veggenti e sapienti rinomati, come Paracelso. Invece il taumaturgo infallibile Nostradamus giunse a Torino nel 1556, convocato a corte dal duca Emanuele Filiberto per curare la sterilità della moglie, Margherita di Valois. Egli riuscì a far nascere l’agognato erede, Carlo Emanuele. Nostradamus fu "mago" di corte e consigliere "speciale" dei Savoia, ma anche alchimista, astronomo e astrologo. Soggiornò a poche centinaia di metri da piazza Statuto, in via Michele Lessona, nella villa Domus Morozzo. Qui era collocata una lapide incisa dallo stesso mago e recante l’enigmatica scritta: "Nostradamus ha alloggiato qui, dove c’è il Paradiso, l’Inferno e il Purgatorio. Io mi chiamo la Vittoria, chi mi onora avrà la gloria, chi mi disprezza avrà la rovina intera". Casa Savoia, come ogni famiglia regnante che si rispetti, ha le sue misteriose apparizioni. La duchessa Maria Cristina di Francia - a voler essere più precisi, il suo fantasma - certe notti passeggerebbe ancora per il suo palazzo. Si dice che si aggiri per le sontuose sale, sfiorandone nostalgica i muri e riandando con la memoria al bel tempo che fu! Cristina era la sposa giovanissima di Vittorio Amedeo I. Rimasta vedova ancora giovane nel 1637 assunse il potere in qualità di reggente del figlio Carlo Emanuele II. E fin qui si spinge la storia ufficiale... Le voci popolari dicono che la bella Madama si "sbarazzasse" senza troppi indugi dei suoi amanti. Per una singolare coincidenza, tutte le sue fiamme "si perdevano" nelle gallerie sotterranee o scivolavano "accidentalmente" nel Po. Questi uomini divenuti ormai fantasmi, tornavano a girovagare di notte nei giardini intorno al castello e sotto gli innumerevoli portici della città. E infine, la splendida collina torinese: tra i suoi boschi e i suoi rovi pare avvenissero strani e oscuri "convegni". I cittadini più danarosi, per trascorrere il tempo e sfuggire al tedio delle loro esistenze, erano soliti incontrarsi e raccontarsi storie terrorizzanti. Non a caso i film horror degli anni ‘70 e ‘80 furono ambientati nel capoluogo piemontese e nelle sue ville collinari...
Un titolo per tutti: "Profondo rosso" di Dario Argento. Agghiacciante!
(fonte:http://www.comune.torino.it/infogio/guida/naso/pag2.htm)

(Piazza Carlo Emanuele, Carlina per i torinesi)
"Prima di tutte ci fu Torino...
-Il capoluogo piemontese, infatti, fu dal 1861 al 1865, la prima capitale d’Italia.
-Torino è considerata la città dei portici per antonomasia, come dimostrano i suoi oltre 18 km di percorribilità al coperto, realizzati quasi tutti in epoca barocca.
- Nel centro storico della città, a Porta Palazzo, si svolge il più grande mercato all’aperto d’Europa.
- Il Museo Egizio, fondato nel 1824, è il primo al mondo per data di fondazione e secondo solo al Museo del Cairo per l’importanza dei reperti (se vi sembra poco...).
- Nel capoluogo piemontese è custodita la Sacra Sindone, il lenzuolo di lino che recherebbe impressa l’impronta frontale e dorsale di Gesù Cristo.
- Pare che Torino e il Piemonte abbiano dato alla Chiesa il maggior numero di santi sociali: molti i santi della diocesi negli ultimi due secoli. Tanti da indurre Papa Giovanni Paolo II, in visita nel 1988, a sottolineare la singolarità.
- Torino è stata la prima capitale del cinema italiano: qui sono nate le prime case di produzione (FERT), si sono creati i primi divi della nascente cinematografia nostrana ed è stato girato il primo kolossal ("Cabiria").
- Durante il periodo del fascismo, qui è nato il salone dell’alta moda, dalla tradizione delle "sartine" torinesi.
- Nella sede subalpina la radio italiana ha cominciato a trasmettere i suoi programmi seguita dalla televisione italiana... La RAI è nata qui: da non crederci, vero?
- A Torino sono nati i grissini, il bicerin, il vermouth, il tramezzino e il gianduiotto. Eccellenze squisite!
- Al podio anche l’anima sportiva della città: molte federazioni sportive (tra cui ciclismo, canottaggio e sci) e lo stesso Club Alpino sono nati qui.
- Provate a sommare il numero degli scudetti vinti dalla juventus (28) con quelli vinti dal grande TORO (7): otterrete così la città più "scudettata" d’Italia!
- Torino avanguardia dell’industria e della ricerca scientifica e tecnologica. Tre nomi per tutti: Politecnico di Torino, ai massimi vertici in Europa, FIAT, la maggiore industria automobilistica italiana, e Alenia, industria al top in campo aerospaziale.
- Torino capitale della magia... Secondo la tradizione esoterica la città sarebbe uno dei tre vertici del triangolo della magia bianca, insieme con Praga e Lione. Purtroppo però comporrebbe, con Londra e San Francisco, un altro temibile triangolo, quello della magia nera.
- La città è attraversata dal Po, il fiume più lungo d’Italia.
- Più recenti, ma non meno importanti, i trionfi dell’elettronica: la prima telefonata via UMTS, la nascita dell’MP3, la creazione di "Vitaminic", piattaforma per la distribuzione della musica in formato digitale... a Torino, of course!
Sempre qui, inoltre, si registra puntualmente la densità informatica più alta d’Italia.
... tra l’altro, Torino è la più grande città che abbia ospitato le Olimpiadi Invernali!
La classe non è acqua..."
(Fonte: Capra Pierluigi, Torino città di primati: 333 volte prima in Italia.Torino, Graphot Editrice, 2003.)

8 commenti:

Anonimo ha detto...

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Anonimo ha detto...

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Anonimo ha detto...

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Anonimo ha detto...

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Lurtz S. ha detto...

I ask excuse for the translation (I do not speak English…). However thanks to all. Gianluca.

articolo21 ha detto...

Sono finito fuori dei confini enon lo so? O_O

Lurtz S. ha detto...

Ahahahahah....non lo dire a me...;)))