venerdì 16 maggio 2008

"Rivoluzionari da operetta"

Correrò il rischio di essere frainteso ma chissà che qualche critica interessante non possa avviare un serio dibattito su alcune, importanti questioni.
A dir la verità ero indeciso se commentare o meno il fatto che segue perchè potrebbe sembrare di voler "sparare sulla croce rossa" ("croce" non "cosa", non è un errore di battitura...); alla fine ho optato per il sì soprattutto perchè non amo il veder piangersi addosso.
Trovo gravemente fastidioso il fatto che il Segretario del Partito di Comunisti Italiani, Oliviero Diliberto, scriva una lettera al quotidiano "La Stampa", dal titolo "La tv non è la terza Camera", per lamentare il fatto che insieme con la "scomparsa" dal Parlamento del suo partito, così come gli altri della sinistra radicale, sia avvenuta la "scomparsa" anche dai dibattiti televisivi e della carta stampata.
Verrebbe da chiedersi: è questo l'unico grave problema che affligge il Partito dei Comunisti Italiani? Ma dei lavoratori, a qualcuno, gliene frega?
Caro Diliberto, se ne faccia una ragione.
Non è ancora giunto il momento di iniziare una seria riflessione sulle prospettive di lotta e smetterla di piangere sul latte versato?
Non è ancora giunto il momento di fare autocritica sulle posizioni sostenute all'interno della precedente maggioranza nonostante, l'apparente (!!!), incompatibilità programmatica?
Nella lettera Lei scrive che in Italia non c'è ancora un sistema bipartitico: da dove scrive, da Marte?
Faccia e si faccia un esame di coscienza e scoprirà che, seppure indirettamente, la cosiddetta sinistra radicale ha avallato la nascita di questo tipo di sistema!
Si dice che la verità è rivoluzionaria. Non crede che sia giunto, finalmente, il momento di assumere una posizione rivoluzionaria?
Sarà mica il caso di ricordarLe che in passato si faceva politica attiva addirittura dal carcere?

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