domenica 13 aprile 2008

Sul differenzialismo.

Il compagno di mia sorella si è sempre detto leghista, cresciuto in una famiglia friulana di modeste origini ma che con il duro lavoro dei genitori è riuscita a consolidarsi all'interno della classe media.
Il papà, proprietario di un bar che fruttava una buona rendita, arrivato ai settant'anni e dopo aver visto la primogenita sposata e "sistemata" economicamente ha deciso di smettere di lavorare e "andare" in pensione; prima di lasciare l'attività però, giustamente, ha proposto al figlio di prendere in mano la situazione, già avviata, e portarla avanti. Il figlio, che con il padre non ha mai avuto un buon rapporto, ha però deciso di rifiutare l'offerta e, pur di non aver nulla più a che spartire col genitore, si è tirato sù le maniche e ha iniziato a lavorare come operaio nell'azienda municipale dei trasporti.
Dopo diversi anni di sacrifici e di "calci nel ...hulo", arriviamo al 2003 con la crisi dei rinnovi contrattuali e conseguente massiccia protesta dei lavoratori.
Un giorno, discutendo sulla situazione, egli mi disse che sentiva di non condividere più il "pensiero" dei leghisti nè tantomeno aveva più intenzione di avere a che fare col sindacato "padano" perchè si era reso conto che anzichè ai loro, badavano ormai solo agli interessi del padrone, io allora gli chiesi se, dopo aver toccato con mano le condizioni dei lavoratori, non si trovasse d'accordo con me nell'auspicare una società in cui tutti avessero uguali opportunità sotto ogni punto di vista, sociale, economico, eccetera.
Lui mi rispose:"No, non mi piacerebbe. Perchè non sarebbe giusto non avere più l'occasione e l'opportunità di lottare per risultare migliore di qualcun altro".
Questo tipo di risposta, che troppi condividono purtroppo, apparentemente di tipo egoistico è in realtà una sorta di manifesto del differenzialismo.
Il differenzialismo è il cancro più grosso della società moderna!Accettare inermi una società basata, anche, sul differenzialismo significa ammettere ogni sorta di nefandezza all'indirizzo del genere umano e quindi contro sè stessi, è una contraddizione inaccettabile e insopportabile!
Non voglio dilungarmi troppo, questa volta, e mi riprometto di tornare nei prossimi giorni sull'argomento che merita un approfondimento, concludo dicendo che non si possono confondere le "differenze" con le "peculiarità".
Il genere umano è formato da individui simili aventi diverse "peculiarità" le "differenze" affiorano solo al confronto con esseri viventi di genere differente, quali piante, animali eccetera.

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