Qualche settimana fa in un articolo apparso su "La Stampa", Giovanni De Luna, docente di storia presso l'Università degli Studi di Torino, ci avvertiva di un pericolo più che imminente: la derubricazione del fascismo.
Nel pezzo, trattando la ristrutturazione del Memorial di Auschwitz dedicato all'Italia, egli coglieva l'occasione per criticare l'atteggiamento del governo che invece di assegnare la sovrintendenza all'Aned (l'associazione degli ex deportati politici) come sarebbe stato giusto in quanto proprietaria del "blocco 21", si è rivolto direttamente ad organizzazioni ebraiche come il CDEC e l'UCEI.
Questo è un fatto grave.
Fermo restando che la Shoah non deve assolutamente essere dimenticata, qui si cerca di convogliare tutto nella Shoah cancellando di fatto i crimini del fascismo, precedenti alle famigerate leggi razziali, come le persecuzioni e gli omicidi politici.
Oggi il senatore Dell'Utri propone di cancellare la "retorica della Resistenza" dai libri di storia e passa come una sciocca provocazione.
Poi ci si mette anche Beppe Grillo che celebrerà il suo secondo "V-day" a Torino il 25 aprile.
Citerò De Luna:" Quella che si definisce memoria collettiva non è affatto il risultato di un ricordo ma di un patto per cui ci si accorda su ciò che è importante trasmettere alle generazioni future."
Negli anni la solennità delle celebrazioni per il 25 aprile è andata via via scemando trasformandosi sempre più in un'occasione di ritrovo per pochi e anziani reduci. A Torino, per esempio, due sere prima si svolge una fiaccolata.
Un paio di anni fa la camminata per le vie del centro si è conclusa con il discorso di Scalfaro sulla Costituzione davanti a poco più di duecento persone.
Memoria collettiva in una città come Torino, ad esempio, che è tra l'altro decorata con la medaglia d'oro al Valor militare nella guerra di liberazione, dovrebbe voler dire celebrare il 25 aprile con migliaia di cittadini che "ricordano" per non "dimenticare".
E non svilire tutto con un "V-day".
Nessun commento:
Posta un commento