venerdì 18 gennaio 2008

Quando eravamo semplici.....

Sono nato di sabato e, nel 1971, il 20 febbraio precedeva il Martedì Grasso, tutto ciò mi lega particolarmente al Carnevale.

Fino a qualche anno fa questo periodo era quasi magico ricco di profumi, sapori, colori, emozioni.

Il mio costume preferito era quello di Zorro che però, non avendo i soldi per comprarne uno completo di spada e mantello con la mitica "z" rossa, mia mamma raffazzonava alla meglio con una striscia di stoffa con due fori per la maschera, una stoletta con due lacci per mantello e i baffi disegnati con la matita per truccare gli occhi, oggi lo considererei orribile ma allora ero lo Zorro più orgoglioso.

La domenica pomeriggio, mio padre, quando c'era, o in alternativa mia nonna, mia mamma, mia sorella conciata da principessa tutta d'azzurro ed io "zorrante", la si trascorreva in piazza Vittorio dove, all'epoca, veniva allestito il luna park (o come si diceva allora, le giostre).

Si arrivava da via Po, rigorosamente a piedi, perchè serviva come passerella per centinaia di bambini che sfoggiavano il proprio costume ( anche se poi, in realtà, sembrava una processione di tifosi dell'Inter o del Palermo perchè il 99% dei maschi erano Zorro e le femminuccie, tutte "principessa", si dividevano equamente in rosa e azzurre); nella piazza non circolavano come adesso le automobili e la prima cosa che saltava all'occhio era la mitica ruota panoramica, stile Prater di Vienna, a sinistra vicino al fiume ( che però pochi anni dopo fu smantellata perchè ritenuta pericolosa, infatti, un maledetto giorno, un dondolo agganciato male, volò via causando una terribile disgrazia); il fondo del terreno non era asflatato ma ricoperto di ghiaia e io ero convinto che la città finisse là; ero affascinato dagli autoscontri allora su una macchina salivano mio padre e mia sorella e su un'altra io con la mamma e ingaggiavamo piccole battaglie e tante risate; poi era il turno delle macchine volanti, una sorta di aeroplanini che ricordavano più il disco di Goldrake, dove salivamo io e Cinzia (mia sorella) con la mamma che guidava e che ci ordinava quando sparare.

Finito il giro io volevo sempre lo zucchero filato e dopo si tornava a casa con Cinzia che dormiva abbracciata al papà.

Il mio Carnevale è sempre stato l'odore dei dolci fritti.

A Torino sono tradizionali le "bugie", fogli di pasta fritta o cotta in forno con lo zucchero sopra oppure ripiene di marmellata o di cioccolato, io invece ho sempre preferito le frittelle di mela che la mamma mi prepara in esclusiva.

In cucina è negata, ma prepara le migliori frittelle del mondo e le fa una sola volta all'anno in occasione del mio compleanno; le frittelle sono solo mie e lei non le fa per nessun altro, nemmeno a richiesta, quasi a voler dire a tutti che il Carnevale è per chiunque, le frittelle solo di Gianluca, tanto che spesso venivano usate come acquietamento per i miei capricci di bimbo.

I tempi cambiano, gli anni passano, economicamente ce la passiamo sicuramente meglio ma mamma le frittelle non me le fa più.

Insomma, avevamo le pezze al culo....ma eravamo felici.


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