giovedì 3 gennaio 2008

Botti di San Silvestro

La cosa più divertente degli ultimi giorni è la sciocca polemica tra Walter "Texas" Veltroni, da una parte, e la senatrice al cilicio Paola "Argh!" Binetti, dall'altra, sulle colonne de "La Stampa".
Tutto parte da una (infelice) affermazione fatta dall'esponente del masochismo pret-a-porter e cioè : l'omosessualità è una malattia e i gay devono farsi curare.
Il portavoce del "maanchismo" si sente anche portavoce del pensiero gay e rimbrotta la senatrice, soprattutto perchè si rende conto che la componente di omosessuali all'interno del PD è ben più numerosa della controparte scudiscio-cattolica.Però il richiamino è così lieve e povero di contenuto che la senatrice parte al contrattacco e spara un: "...come neuropsichiatra ho esperienza decennale di omosessuali che si fanno curare. Non sono andata a cercarli io, sono loro che sono venuti in terapia da me perchè dalla loro esperienza ricavano disagio, sofferenza, ansia, depressione e incapacità di sentirsi integrati nel gruppo. Non sono io a sostenerlo, è un dato oggettivo. Fino a poco tempo fa il Dsm4, la "bibbia degli psichiatri" cui fanno riferimento il ministero della sanità, le Regioni e i principali manuali diagnostici, ha sempre inserito l'omosessualità tra le patologie del comportamento sessuale. Poi la lobby dei gay l'ha fatta cancellare. Ma noi specialisti continuiamo a collocarla tra i disturbi del comportamento sessuale."
Analizziamo ora con calma questa posizione.
Dal punto di vista postmoderno la ciliciodotata risulta coerente; infatti se accettiamo come verità il fatto che la disoggettivizzazione del reale la fa da padrone, è logico asserire che l'omosessualità è una malattia perchè "...dalla loro esperienza ricavano disagio, sofferenza, ansia, depressione e incapacità di sentirsi integrati nel gruppo".
Se invece consideriamo la vita come una serie di interconnessioni e scambi tra vari individui e consideriamo la nostra società fin troppo pervasa da preconcetti religiosi e non che tendono a discriminare la diversità ci troviamo di fronte il problema opposto, ossia il gruppo che si rifiuta di assimilare l'omosessuale e quindi la Binetti ha torto.
La neuropsichiatra in questione analizza il problema da un solo punto di vista ed è evidente che così facendo non è in grado di curare i propri pazienti (che siano essi gay o no....), essa non considera che ogni caso presenta molteplici sfaccettature e non solo il bianco o il nero (qualcuno ricorderà la nottola di Minerva...) e questo è grave nel caso di una scienziata.
La senatrice, ancora nell'intervista de "La Stampa", tira in ballo prima il suo diritto al dialogo e poi, addirittura, la morale.
Ma andiamo con ordine.
Riguardo al diritto al dialogo è giusto e sacrosanto rivalersene senonchè essa lo pretende solo nei suoi confronti e non lo concede dato che non arretra di un passo e anzi ad un rimbrotto risponde con una cannonata; riguardo alla morale mi chiedo di che morale essa parli, se considera la morale cattolica è bene che esca dal PD ove confluiscono varie correnti e quella maggiormente presa in considerazione dovrebbe dovrebbe essere la morale laica, se viceversa vuole rifarsi alla morale laica è bene che esca dal PD dato che una morale laica non può accettare imposizioni di carattere religioso che mortificano la carne come il cilicio che essa indossa.
Gentilissimi elettori del Partito Democratico il "maanchismo" ha prodotto, prima ancora di essere votato, una gravissima spaccatura al proprio interno.
Il problema che si pone è di carattere strutturale e perciò è necessario risolverlo al più presto.
Se io fossi un elettore mi preoccuperei seriamente, ma fortunatamente con determinati personaggi non ho a che fare ed è per questo che me la rido a crepapelle!

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1 commento:

BettingMaker ha detto...

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