lunedì 22 ottobre 2007

Filo conduttore.

Il post-modernismo è il braccio armato del nichilismo.
Non è arte, non è letteratura, non è filosofia, non è cultura; è tutto non-tutto.
E' una denuncia.E' la denuncia dell'onnipotenza della natura sulla natura e perciò, allo stesso modo, dell'impotenza; è la denuncia dell'impotenza dell'uomo dinnanzi alla sua creatura che, sviluppatasi, ne ha preso il controllo e il sopravvento.
E' allo stesso tempo denuncia ed esaltazione, della reificazione.
In un tempo e un mondo che si regge sulla reificazione, ovvero su un'astrazione concreta, sull'oggettivazione dell'inesistente o meglio sulla disoggettivazione dell'esistente, l'unica forma di arte, letteratura, filosofia e cultura che ha senso di esistere è il paradosso, il post-moderno.
Al suo interno la realtà è posticcia e la ricostruzione è reale, il vivente è solo rappresentazione, l'onirico è concreto.
Niente è, tutto è; l'essere si realizza nell'altro essere; io esisto perche tu esisti, perchè confermi, con la tua esistenza, la mia esistenza.
Quasi un percorso, senza soluzione di continuità, da Hegel a Pirandello a Orwell a Dick e, perchè no, a Matrix.
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2 commenti:

Killo ha detto...

Belle parole...hai ragione

Alessio ha detto...

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