lunedì 25 giugno 2007

Prospettive di quinta e sesta età.

Finalmente!
Sono veramente contento e sono sicuro che come me lo saranno parecchie altre persone (?).
Anzitutto coloro che percepiscono la pensione minima (che io definisco la pensione degli inferiori in quanto sono costretti a vivere da "semi-paria") avranno, forse, uno "stratosferico" aumento di ben 60 (sessanta!) euro al mese con cui potranno sciogliere il dilemma se pagare l'affitto e morire di fame o mangiare e subire lo sfratto, ora potranno vivere tranquillamente in una catapecchia vicino al fiume e comprare un chilo di pane in più alla settimana, che grande conquista per uno che ha lavorato un'intera vita!
Secondariamente coloro che hanno raggiunto i venticinque anni di contributi e che hanno scoperto che invece di "solo più" 10 anni dovranno lavorarne ancora 15, e in questa categoria tra i più felici saranno, per esempio, le donne che assolvono mansioni di "colf", che sfiorano i cinquant'anni d'età e che per via del lavoro soffrono di dolori e dolorini alla schiena, alle gambe o di reumatismi, ma in fondo chissenefrega del resto, come ancora qualcuno pensa, hanno scelto loro di fare quel lavoro!
Dicevo che sono contento e lo sono veramente per aver fatto due scoperte eccezionali, la prima è che secondo l'Istat i pensionati in Italia percepiscono, in media, più di 12000 euro l'anno,e ciò mi fa pensare:"Ma non è ora di finirla di prenderci per il naso con stà storia delle medie?" ; la seconda è che le strutture che "sulla carta" dovrebbero tutelare i diritti dei lavoratori, per l'ennesima volta, hanno aperto il loro grosso tubetto di vaselina e sono pronti ad usarne il contenuto per lubrificarci il canale rettale in attesa di grosse novità.
Ma che bello vivere con prospettive così rosee, penso a quei ragazzi che, ancora ignari di ciò che li attende, si apprestano a terminare le scuole superiori ed a entrare nel cosiddetto, e famigerato, "mondo del lavoro", dopo un periodo relativamente breve di semi-disoccupazione e semi-fancazzismo dovranno decidersi a portare a casa la pagnotta.
I più fortunati "sceglieranno" di fare lavori da sguatteri in bar, pizzerie, ristoranti e negozi vari dove per una paga da fame subiranno le peggiori vessazioni dal padrone e dal cliente rompiballe di turno, gli altri, invece, "sceglieranno" di entrare nel tunnel mortale dei call-center dove per una paga da fame subiranno le peggiori vessazioni dal direttore e dall'utente di turno (prego notare la "grossa" differenza tra le due "scelte" !). Lavoreranno "appena" 40 anni in cui la loro dignità di esseri umani sarà sempre più calpestata (ma tutto ciò viene fatto per il loro bene, e "meno male che ci sono i padroni che ci fanno lavorare e i sindacati che salvaguardano i nostri diritti" di reietti, aggiungo io). Infine giungeranno all'età della pensione e del meritato riposo in cui potranno godersi sane passeggiate nelle piazze quando i banchi dei mercati stanno per essere smontati e le verdure che vengono gettate non sono ancora completamente marce ma sono ancora utili per prepararsi un succulento minestrone economico, tra questi i più fortunati potranno godere del servizio sanitario pubblico e magari sperimentare i favolosi soggiorni sulle brande nelle corsie d'ospedale dove allietarsi per la ancora maggiore mancanza di rispetto della propria dignità da parte di gran parte di dirigenti che intanto cenano in ristoranti lussuosi e viaggiano in spider.
Tempo fa ero convinto che, dopo le malattie, le cause maggiori di decesso tra gli anziani fossero dovute a cambiamenti del ritmo di vita (il passaggio dal sentirsi utile al sentirsi inutile) o ai cambiamenti di residenza (pensate al trauma emotivo di dover traslocare dopo aver trascorso 40 o 50 anni nello stesso alloggio) ma mi sono ricreduto perchè probabilmente si arriva alla terza età in condizioni così disperate che alcuni pensano sia meglio farla finita prima del tempo.
Vorrei dare un consiglio ai pensionati attuali e futuri : tenete duro e fategliela pagare, non devono liberarsi facilmente di noi!

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