mercoledì 27 giugno 2007

Parole d'ordine.

Ieri, presso la libreria Comunardi di via Bogino qui a Torino, ho assistito alla presentazione della rivista di geopolitica "Eurasia", più che altro a scopo promozionale, in quanto già presente nel panorama editoriale ma che non gode della giusta visibilità, e anche come spunto di discussione su alcune tematiche di importante attualità.
Alla serata, in qualità di relatori, erano presenti due redattori e Costanzo Preve che vi scrive periodicamente.
Tra i vari argomenti trattati quello che maggiormente mi ha interessato si riferiva al metodo di classificare le azioni che viene usato comunemente dai media e dagli analisti delle Potenze occidentali. Nel mondo occidentale tutto quello che viene pensato e fatto dagli Stati Uniti e da Israele, e sbandierato come presunta difesa dei diritti umani e delle libertà, è considerato legittimo viceversa chi non aderisce o cerca di usare metodi alternativi di discussione viene considerato "terrorista".
Nel particolare si potrebbero citare gli esempi di Iraq, Iran e Corea del Nord che vengono considerati Stati Canaglia e vengono assaliti o subiscono sanzioni in nome della lotta al terrorismo e ,di contro , nelle discussioni su pagine di giornali,riviste e libri, si parla di "errori" di questa o quell'amministrazione americana in Vietnam,Corea,Iraq.
Bisogna chiamare le cose con il loro nome,sempre!
E ciò che avviene non è solo frutto della prepotenza degli USA ma anche della complicità e del servilismo di quegli Stati che sostengono questo modo di agire.Nel nostro paese stiamo toccando con mano una piccola parte di questa prevaricazione; qualche giorno fa infatti alcuni giornali scrivevano sulla "vicenda Calipari" che gli Stati Uniti non accettavano di essere chiamati in causa perchè "uno Stato non si processa", in perfetta "coerenza" con ciò che è avvenuto in Jugoslavia e in Iraq!
Concludendo vorrei dire, per fugare ogni dubbio, che criticare le porcate delle varie amministrazioni americane non vuol dire essere antiamericani così come criticare le porcate dei vari governi sionisti dello Stato di Israele non vuol dire essere antisemiti, viceversa accettare incondizionatamente tutto in nome della "libertà" significa essere complici.

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