mercoledì 11 agosto 2010

"Prologo 1123"

«I bambini vennero presto per assistere all'impiccagione.
Era ancora buio quando i primi tre o quattro uscirono furtivamente dai casolari, silenziosi come gatti nei loro stivali di feltro.
Uno strato di neve fresca copriva il paese come una nuova mano di colore e le loro orme furono le prime a intaccarne la superficie immacolata. Passarono tra le casupole di legno camminando sul fango ghiacciato delle viuzze e raggiunsero la piazza del mercato dove attendeva la forca.
I bambini disprezzavano tutto ciò che gli adulti tenevano in considerazione. Spregiavano la bellezza e schernivano la bontà. Ridevano fragorosamente alla vista di uno storpio e se vedevano un animale sofferente lo uccidevano a sassate. Si vantavano delle loro ferite e ostentavano le cicatrici con orgoglio, e riservavano il massimo rispetto alle mutilazioni: un ragazzetto privo di un dito poteva essere il loro re. Amavano la violenza; erano capaci di percorrere miglia e miglia per vedere il sangue, e non mancavano a un'impiccagione.
Uno di loro pisciò alla base del patibolo. Un altro salì i gradini, si portò i pollici alla gola e finse di accasciarsi torcendo la faccia nella macabra parodia del soffocamento; gli altri gettarono grida di ammirazione e due cani giunsero abbaiando sulla piazza. Un bambino piuttosto piccolo cominciò sfacciatamente a mangiare una mela, e uno dei più grandi gli diede un pugno sul naso e gli portò via il frutto. Per sfogare la rabbia, il più piccolo tirò un sasso a un cane che fuggì guaendo. Non c'era nient'altro da fare e perciò tutti si accovacciarono sul pavimento asciutto del portico della grande chiesa aspettando che succedesse qualcosa.»

(Tratto da "I pilastri della terra", K.Follett, 1989, Mondadori, Milano)



sottofondo consigliato: Kruder & Dorfmeister "Speechless"



Nessun commento: