sabato 25 luglio 2009

UNA SOCIETA' DI PAURE.

I protagonisti della seguente storia sembrano scelti apposta per confermare alcune paure e determinati pregiudizi, in realtà non è altro che la conferma che nella nostra società oramai non è il fatto a determinare la cronaca giornalistica ma viceversa.
Prima vediamo il resoconto giornalistico.
Qualche sera fa, in un condominio di case popolaro della prima cintura torinese, Venaria Reale per la precisione, Claudiu, un rumeno di 33 anni, completamente ubriaco con una scusa si è introdotto nell'appartamento di Deborah, una ragazza di 22 anni, e ha tentato di violentarla. A questo punto, il cane della donna, un pastore tedesco, ha assalito l'aggressore per difendere la padrona sventando così la violenza. La storia si è conclusa con l'arresto e l'incarcerazione del malvivente e con la celebrazione del cane-eroe con tanto di servizio nei tg regionale e nazionale.
Fin qui, tutto da manuale.
Abbiamo uno straniero ubriaco ad avvalorare le tesi leghiste-razziste sulla "bestialità" di questi "semiumani" che invadono la nostra terra di persone perbene; la tentata violenza carnale su una donna per dare corda ai sostenitori della castrazione chimica e per far gioire quelle femministe che lottano contro "quei porci degli uomini"; infine, il cane-eroe, pastore tedesco perchè "è la razza più fedele", e che scaccia momentaneamente il pensiero dei randagi killer.
Tutto secondo copione.
Se non fosse che un paio di giorni dopo, i vicini di casa della vittima (presunta) raccontino una storia diversa. Completamente diversa.
"Quel tizio era ubriaco, ha suonato a tutti e quando siamo usciti sul pianerottolo abbiamo visto lei che lo insultava e minacciava di aizzargli contro il cane.....lui non è nemmeno entrato in casa", raccontano.
Poi vengono fuori altri particolari.
Pare, infatti, che alcuni anni prima il (presunto) malvivente vivesse nello stesso palazzo e che, insieme ad altri inquilini avesse partecipato ad una raccolta firme contro la ragazza che, a loro dire, disturbava la tranquillità comune.
Poi, ancora, sul corpo della ragazza sono stati trovati segni di bruciatura di sigaretta, provocati, secondo lei, dall'aggressore. Ma, anche qui, spuntano fuori grossi dubbi. Infatti sono in molti a testimoniare il passato difficile della ragazza, costituito da qualche episodio di microcriminalità e diversi di autolesionismo.
Quanti colpi di scena. Pari solo agli altrettanti luoghi comuni.
Intanto, il "mostro" rumeno si è fatto un paio di giorni rinchiuso alla Vallette con l'unica colpa di essersi presi una sbronza che, a meno non compaia tra i nuovi comma del codice penale, non è reato.
Questa storia, banalizzata, quasi, dai media che sguazzano nel dilagare di fenomeni violenti simili, è tremenda. Non per la cronaca in sè, quanto per il fatto che fa riflettere su quale tipo di società è oggi quella italiana: un meta-luogo popolato di paure, pregiudizi e realtà costruite ma non reali.
Viviamo in un film dove il cattivo è: straniero; uomo.
Non è che stiamo esagerando?
Vogliamo cambiare registro o aspettiamo di arrivare ad un punto in cui si organizzano vere e proprie battute di caccia?
Personalmente, in quanto uomo, incomincio anch'io a soffrire alcuni pregiudizi. Infatti ho il timore di guardare i bambini per non passare da pedofilo e di guardare le donne per non passare da maniaco.
Esagero?
Può darsi, ma provate a guardarvi intorno.

Nessun commento: