venerdì 3 luglio 2009

CATEGORIE PROFESSIONALI: 2. IL PROFESSIONISTA

Con la definizione "professionista" si intende appunto chi esercita una professione, un mestiere, e, nel nostro caso specifico, chi, dopo il diploma o la laurea o un corso di studi specialistico, esercita un'attività in proprio: avvocato, commercialista, medico dentista, architetto, giornalista, ingegnere, geometra, sono alcuni esempi.
Quel che contraddistingue la maggior parte di coloro che rientrano in questa categoria sono l'alterigia e l'arroganza. Essi hanno la convinzione che tutto gli sia dovuto; le porte, al loro passaggio, devono aprirsi senza esitazioni; guardano e squadrano dall'alto chiunque non appartenga al loro rango.
Il professionista è membro (consapevole) di una élite, egli non è un individuo "normale" ma è, anzitutto, un professionista. Infatti non è mai "Mario Rossi", bensì "Rossi, ingegner Mario". La sua appartenenza ad una élite è confermata dal suo fare parte di un albo di categoria.
Il professionista è, tendenzialmente, un corporativista perciò antepone i propri interessi di categoria a tutto il resto.
La sua filosofia di vita non differisce moltissimo da quella del "bottegaio", ma esso si considera di un livello superiore. Ad esempio, se il bottegaio è "fissato" col profitto e maneggia piacevolmente denaro, il professionista, invece, pur perseguendo il medesimo obiettivo possiede un tipo di moralità ipocrita e preferisce quindi evitare di parlare o di sporcarsi le mani con lo "sterco del demonio".
Generalmente quando si tocca l'argomento, il professionista dichiara che "il denaro è un mezzo, non un fine", però trascorre due terzi della giornata (e sette giorni su sette!) in ufficio.
Come dicevo, il professionista è un corporativista, nel senso stretto del termine, nel senso che ritiene utile, e valida, solo la propria corporazione. Quindi, ad esempio, il geometra considera l'architetto un imbecille che non sa fare niente e l'architetto considera il geometra un manovale diplomato.
Ha un rapporto, diciamo così, particolare con il fisco. E, di conseguenza, ha un rapporto particolare con i colori: ama in assoluto il nero.
Differentemente dal bottegaio, il professionista non considera lo Stato ladro. Più semplicemente, egli fa questo ragionamento: sono disposto a pagare, a patto che il servizio in cambio sia visibile e tangibile. Perciò, non batte ciglio per le marche da bollo ma non sopporta il ticket sanitario, perchè "io non vado all'ospedale, semmai in clinica privata!".
Ed anche riguardo alle "collaborazioni" ha lo stesso atteggiamento. Se ne è usufruttore, pensa che gli spettino di diritto e quindi sfrutta tutti i mezzi in suo possesso per ritardarne la solvenza, viceversa pretende celerità e puntualità.
Il professionista considera i propri dipendenti esseri inferiori fino a quando non raggiungono il grado di "dottore" e, stranamente, i diretti interessati ritengono questo tipo di vessazione un "normale" transito della propria carriera. Sottopagati e maltrattati, ma lo chiamano "apprendistato".
Tuttavia, il professionista, è un frustrato. Già, perchè pur considerandosi un eletto, un semidio, non gli viene riconosciuto questo status. E non si raccapezza di questo. Del resto egli sa che il mondo è governato da chi ha il potere e avere i soldi è un potere. Ma non capisce per quale oscuro motivo non gli venga riconosciuto.
Il professionista va sempre di corsa, egli non ha tempo da perdere. Il tempo è denaro, si sa.
Anche fuori dal lavoro, infatti, un buon professionista è sempre al lavoro!
Se ha un incidente d'auto non grave, tira fuori il libretto degli assegni e risolve; al ristorante non c'è posto e bisogna aspettare? lauta mancia al cameriere e risolve; i figli hanno bisogno di maggiori attenzioni? videogioco nuovo e risolve.
Il professionista è un fervente seguace della Partita Iva e se fosse un politico il suo motto sarebbe: più ritenuta d'acconto per tutti!
Infine la vita privata.
L'uomo considera le donne, tutte tranne la mamma (e solo in alcuni casi, la sorella), bipedi disposte a vendere o affittare il proprio corpo; la famiglia è una palla al piede; la casa un boudoir; l'automobile, la carta di credito e il palmare prolunghe rispettivamente: del pene, del pene, del cervello. Se potesse si sposerebbe con una ventenne formosa, colf, muta e orfana.
La donna, invece, considera tutti gli uomini (compresi papà e fratelli!) dei coglioni incapaci; la famiglia è una palla al piede; la casa un museo; l'automobile, la carta di credito e le scarpe: strumenti di potere. Se potesse si sposerebbe con un suo simile, professionista e, preferibilmente, gonfiabile.

(prossimamente: 3. Il Padroncino)

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