domenica 24 maggio 2009

PARLER DE LA PLUIE ET DU BEAU TEMPS

Tra le innumerevoli inutilità del nostro tempo, merita una citazione particolare il "meteo".
Si badi, non la "metereologia" (che è quella "parte della geofisica che studia i processi che hanno luogo nell'atmosfera e le loro influenze sul clima") ma la sua versione radio-televisiva in stile show.
Ora, senza naturalmente esagerare, riconosco che in particolari periodi sia utile sapere se "domani pioverà" o sarà "nuvoloso", ma non è pasquetta tutti i giorni.
Pur nonostante, per molte più persone di quel che crediamo, il "meteo" ha importanza fondamentale, al pari del suo "cugino" oroscopo.
Ricordo, ad esempio, due film in cui risulta questa importanza: in "Seven" c'è la scena in cui Pitt e Freeman individuano il nascondiglio del serial killer e, leggendone i quaderni, scoprono che vomita addosso ad un passeggero del metrò che gli parla del tempo;

in " The Weather Man" Nicholas Cage, ogni volta che incrocia un telespettatore, diventa bersaglio del lancio di dolci o bevande perchè sbaglia le previsioni.

Il meteo, come appunto il cugino oroscopo, è una necessità nella nostra società, o meglio la nostra società è strutturata in maniera tale che il meteo occupi un posto di rilievo. Perchè permette un'azione fondamentale all'essere umano, la comunicazione.
Basta guardarsi attorno per capirlo.
A nessuno interessa un fico secco della vita altrui, e questo è un portato dell'eccessivo individualismo d'accordo, ma possediamo un istinto naturale a cui dobbiamo rendere conto: la socialità. Per cui socializziamo sulla base di assolute inutilità: "hai visto che pioggia? Speriamo che smetta", "il mio oroscopo diceva che ieri dovevo morire, ma sono fortunato!", "ha fatto bene Anna Piccioni a mollare Stefano Strappetti..." e via dicendo.
Tutto ciò non è il sintomo di una specie di idiozia dilagante ma è il risultato della schiacciante vittoria del nichilismo e del postmodernismo.
Il meteo, l'oroscopo, il gossip e le innumerevoli altre "vaccate" (pardon!) esistenti restituiscono (in parte) quel che è stato scippato: la speranza.
Qualcuno tenta di resistere, infatti scientisti e teologi si schiaffeggiano a vicenda, pur perseguendo un fine simile.
Insomma, l'essere umano ha bisogno di uno scopo, un sogno, un'utopia. E se gli viene a mancare, se la inventa.
Concludendo, la necessità non è dunque "eliminare" meteo, oroscopi e varie, ma ripristinare una delle priorità fondamentali dello spirito umano che, tra l'altro, è anche quella che ci rende differenti da molte specie animali: la speranza nel futuro.

6 commenti:

Pellescura ha detto...

Sì, l'uomo moderno si occupa sempre più di vaccate. E' un segnale che la civiltà non sempre va avanti...

Maura ha detto...

Ne parlavo stamattina. E' proprio dell'essere umano occidentale, farsi un sogno, soprattutto se porta ad una catastrofe, si crea nemici immaginari, per andare avanti, mentre se ne frega dei problemi reali. Non è questione di socialità o meno, ma di egoismo.

Lurtz S. ha detto...

@Pietro e Maura: toccate temi da trattare con cura e perciò, se mi scusate, vi risponderò con più calma a breve. Grazie.

Lurtz S. ha detto...

Come dicevo, la questione è delicata.
Non sono d'accordo con la visione di Maura perchè mi pare sia di tipo "nichilistico-catastrofista". Correggimi se sbaglio.
Tu sostieni che "E' proprio dell'essere umano occidentale, farsi un sogno, soprattutto se porta ad una catastrofe, si crea nemici immaginari, per andare avanti, mentre se ne frega dei problemi reali. Non è questione di socialità o meno, ma di egoismo", questo sottende l'esistenza di un'alternativa, di una scelta (il cosiddetto "libero arbitrio", se vogliamo), ma vedi la denuncia che tento di proporre è proprio l'inesistenza di tutto ciò. Mai come negli ultimi tempi sento parlare un po' troppo di "concreto" e per nulla, invece, di quello che dovrebbe essere approfondito prima dell'atto concreto, ossia della teoria. Convieni con me che se non si modificano i parametri culturali tutto il resto è aria fritta da passeggio?
Una spiegazione.
La definizione che ti attribuisco ("nichilistico-catastrofista") non è un'accusa.
Esistono diversi tipi di visione del mondo in chiave nichilista e i più diffusi sono quella "nichilistico-catastrofista" e quella "nichilistico-dionisiaca", la prima, in parole povere, dice: il mondo fa schifo e non c'è via d'uscita; la seconda dice: il mondo fa schifo e non c'è via d'uscita, tanto vale riderne e divertirsi.
Quel che, secondo me (e non solo, fortunatamente...), si dovrebbe perseguire è una "terza via" ossia: il mondo fa schifo, tentiamo di cambiarlo.
Grazie e buona giornata.

Maura ha detto...

E' proprio quello che intendevo. Quando dicevo che le persone se ne fregano di quello che avviene intorno a loro, è perchè "LORO" hanno una visione Egoistica, cioè catastrofista (io guardo per me, del resto chissenefrega, finchè dura va bene). Quando si cambierà il modo di ragionare e inizieremo a vedere le cose sotto un'ottica diversa, ad esempio: C'è un problema, cerchiamo di risolverlo insieme, allora, forse, qualcosa cambierà. Ne avevamo già parlato, quando affermavi che le persone oggi guardano soprattutto a come poter arrivare a mangiare un pezzo di pane.... è che i Paesi occidentali lo fanno pensando solo ed esclusivamente a se stessi...in barba se a farne le spese sono altre persone.

Lurtz S. ha detto...

@Maura: allora ti chiedo scusa per aver capito male.