venerdì 8 maggio 2009

DISGUSTARIO 2009

Oramai da qualche settimana, per motivi che non sto qui ad approfondire, ricevo "Il Giornale" a domicilio.
Nelle giornate tiepide primaverili è anche piacevole sfogliarlo, perchè, se fatto con il giusto vigore, questo movimento crea una lieve brezza rinfrescante, sennò salto a piè pari le prime dodici-quindici pagine, ossia, nell'ordine, la guerra contro il trio Santoro-Travaglio-Di Pietro, l'apologia inginocchiata del governo e dei suoi ministri e il gossip politico ("Indiscreto a palazzo"). Tento con risultati discutibili di risolvere il sudoku, e arrivo alle pagine della sezione "Cultura" con la speranza di trovare articoli interessanti su politica (quella autentica, non la amministrativa di cui si sente parlare ogni giorno), filosofia o letteratura. Certo non faccio salti di gioia dato che per lo più sono pezzi dedicati ad un certo tipo di destra reazionaria e liberista, ma risulta utile conoscere anche altri punti di vista.
Mercoledì (6 maggio) sono stato attratto dal titolo "Caro Brunetta, i fannulloni li inventai io. Firmato: Marx".
Lo spazio era dedicato alla presentazione di "Fisimario 2008", libro scritto da Ruggero Guarini edito dalla casa editrice Spirali che, per l'occasione, ha concesso l'autorizzazione a pubblicare tre delle quasi duecento "lettere immaginarie": una di Federico Fellini a Alberto Arbasino, una di Cassandra a Eugenio Scalfari e una di Karl Marx a Renato Brunetta.
Considerando la mia simpatia per Scalfari (simile a quella che nutro per la sabbia nelle mutande...) e l'idiosincrasia per Fellini (da me non amato...si, lo so che molti lo consideravano un genio...ma a me non piace affatto!), ho letto la prima e lì mi son fermato.
Dunque, vediamo.
Anzitutto è necessario premettere che, non casualmente, Il Giornale descrive l'autore come "L'ex comunista dalla penna prolifica". Effettivamente è stato iscritto al Pci nei primi anni Cinquanta e ne è uscito dopo la "rivolta ungherese", ma, probabilmente, la sua militanza è stata un passatempo. E mi sorge il dubbio che l'intento dell'autore non sia politico, bensì ludico-goliardico, ma ogni occasione risulta buona per Il Giornale per esaltare le imprese dei ministri dell'attuale governo.
Ma leggiamo alcuni stralci.
"Gentile ministro Brunetta,
guardi che a scoprire e a rilevare che la sinistra è tendenzialmente fannullona non è stato lei.
[...] A quegli analfabeti della cosiddetta sinistra del suo Paese che pretendono di contestare il suo diritto di affermare che il fannullonismo è una virtù che abita a sinistra, e in particolare ai signori Epifani e Veltroni, deve dunque spiegare che non è con lei ma con me che se la devono prendere.
La prova inoppugnabile che il vero scopritore dell'essenza fannullona della sinistra sono io e non lei si trova in un librone che scrissi a quattro mani col mio amico Engels e che pubblicai centosessant'anni e rotti fa. Si intitola «L'ideologia Tedesca» (1845-1846).
[...] Si tratta dunque dell'unico serio contributo che io abbia dato alla storia della letteratura utopistica.
Comunque [...] glielo ripropongo lo stesso:
«Appena il lavoro comincia ad essere diviso ciascuno ha una sfera di attività determinata ed esclusiva che gli viene imposta e dalla quale non può sfuggire: è cacciatore, pescatore, o pastore o critico, e tale deve restare se non vuol perdere i mezzi di vivere, invece, nella società comunista, in cui ciascuno non ha una sfera di attività esclusiva ma può perfezionarsi in qualsiasi ramo a piacere, la società regola la produzione generale e appunto in tal modo mi rende possibile di fare oggi questa cosa, domani quell'altra, la mattina andare a caccia, il pomeriggio pescare, la sera allevare bestiame, dopo pranzo criticare, così come mi vien voglia: senza diventare nè cacciatore, nè pescatore, nè pastore, nè critico».
In questa mia struggente descrizione della giornata tipo che nella società comunista verrà concessa a tutti i futuri mortali, non lo sente, gentile ministro Brunetta, il vago profumo del sogno dilettantesco di tutti i fannulloni?".
.....
Trovo tutta questa tirata di una comicità esilarante. Provate a domandare ad una donna, esasperata dal fidanzato che le fa sorbire continuamente partite di calcio, se ha capito la regola del fuorigioco.
Ecco, sia l'autore del libro in questione che il caporedattore de "Il Giornale" (o comunque il responsabile della scelta di pubblicare una cialtronata simile) non solo non hanno capito un bel niente de "L'ideologia tedesca" (sempre che si siano sforzati di leggerlo), ma sono anche in malafede!
Eppure non è incredibilmente faticoso comprendere che la divisione del lavoro appartiene ad una società suddivisa in classi (se non caste!), una società in cui un battilastra rimarrà battilastra tutta la vita, l'architetto rimarrà sempre architetto, lo schiavo rimarrà sempre schiavo.
Usando il medesimo metro, si rende conto il signor Guarini che sta dando del fannullone al ministro Brunetta?
Dato che egli è stato: professore universitario, sindacalista e ministro!
Cari mistificatori di terza classe, se riuscite, provate ad andare oltre. Provate a riflettere sul fatto che l'essere umano è un ente animale generico, non particolare come vorreste far credere.

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