venerdì 17 aprile 2009

THE JACKAL'S

Ho letto un interessante articolo di Igiaba Scego (scrittrice italiana di origine somala), che denunciava un fatto di cui ci si occupa poco o per nulla: cosa succede a quegli immigrati cui, scampato il pericolo di morire sui barconi coi quali attraversano il mediterraneo, viene accettata la richiesta di asilo politico perchè in fuga da Paesi dove subirebbero persecuzioni?
Ovviamente la domanda è da allargare anche a coloro che non possiedono tale "privilegio".
La Scego, nell'articolo, sceglie l'esempio di tale Hus il quale, una volta ottenuto il permesso di soggiorno, viene praticamente abbandonato in balìa del destino. Non ha soldi, non ha un posto dove dormire, nè un lavoro e non conosce nessuno.
Decide di rivolgersi all'ambasciata del suo Paese di provenienza (la Somalia), ma la situazione non cambia anzi, se possibile, peggiora, e si ritrova così a dormire sotto i ponti o alla stazione e vivendo di elemosina.
Scrive la Scego:" Questo è l'asilo italiano. Chi non muore in mare, come è successo in questi giorni a centinaia di persone al largo delle coste libiche, muore qui, di disperazione. Non c'è aiuto all'inserimento degli immigrati, nessun sostegno per ricominciare una vita normale.
L'asilo italiano è questo, e non è degno di un Paese civile".
Proprio in questi giorni, su internet (e solo su internet, perchè i media si guardano bene dal toccare determinati temi...), alcuni blogger ipotizzavano che il numero di vittime causate dal terremoto in Abruzzo potrebbe essere molto più alto.
E in effetti non si fatica a crederci. La domanda che nessun giornale o televisione e nemmeno alcun dirigente di organismi impegnati nei soccorsi si pone è: quanti immigrati stranieri vivevano a L'Aquila e provincia?
E ancora, considerando che, tra la città e i paesi limitrofi coinvolti, si arriva a contare circa centomila abitanti regolarmente registrati negli uffici anagrafici, non è folle pensare che una quota (anche minima) era composta da immigrati stranieri non regolari verosimilmente quantificabile tra i cinquanta e i cinquecento circa.
Dove sono finite queste persone?
Chi non accetta questa possibilità, accusa chi la considera di fare dello "sciacallaggio". E intanto le istituzioni, classificando come "esseri umani" solo i "cittadini", se ne lavano le mani.
Smettiamo di scavare perchè nessuno denuncia altri scomparsi, si difendono.
Ma ci rendiamo conto o no, a quale livello di abominio siamo arrivati a furia di essere complici di questo sistema?
Ci rendiamo conto che le persone non sono oggetti che se cadono e si rompono vanno gettati o riparati a seconda di quanto abbiamo speso per averli?
(Gli scettici possono visitare questo blog)

1 commento:

Maura ha detto...

Ma sei pazzo a fare un post così?!? Hai linkato anche il blog di quella ragazza...cose da pazzi, non sai che è vietato cercare di sapere la verità?