domenica 30 novembre 2008

CRIMINI LEGALI

19 Novembre 2008
Solitamente, quando si pensa ad un criminale ci si immagina un brutto ceffo, un individuo che si lava di rado, con barba incolta, che non si pone scrupoli nemmeno nei propri confronti, un elemento praticamente disumano pronto a qualsiasi gesto pur di assolvere il suo scopo delittuoso, un mostro insomma.
La realtà è diversa.
Esistono criminali belli, puliti, profumati, che hanno belle mogli, bei figli, belle famiglie, che vivono in case dotate dei massimi comfort, che, se non guidano belle auto, sono dotati di autista, che indossano abiti alla moda, sono istruiti, riveriti e rispettati e svolgono lavori normali.
E poi ci sono quelli che giustificano il loro essere criminali.
Questi tipi di feccia sono il prodotto dirigente della società capitalistica.
Individui senza scrupoli e senza coscienza che prima maltrattano il prossimo e poi baciano affettuosamente i propri figli.
Il loro motto è: mors tua, vita mea.
E adempiono pienamente questo dovere.
Ma non voglio fare l'apologia delle morali e nemmno discorsi demagogici sul bene o sul male.
La parentesi della "buona Sinistra" deve essere chiusa.
E' giunto il momento di tornare ad essere cinici, cattivi, irrispettosi.
E' tornato il tempo di dire chiaramente come stanno le cose.
Non esiste un "capitalismo buono" e non esiste un "capitalismo cattivo", esiste solo il capitalismo!
La sciagura capitata alla Thyssen Krupp di Torino e la conseguente richiesta di rinvio a giudizio per omicidio volontario a carico dei vertici dirigenziali, devono farci riflettere su due punti: il primo, sul fatto che le cosiddette "morti bianche" non sono frutto di casi eccezionali e circoscritti; il secondo, sul fatto che le cosiddette "morti bianche" in realtà non esistono perchè si tratta di omicidi e non di fatalità.
Tuttavia, nonostante il dolore che ogni volta si prova, a questo genere di fatti ci siamo abituati.
Ci siamo abituati perchè non siamo più persone, ci hanno trasformati in oggetti coscienti che quando non sono utili vengono riposti in cassetti o gettati nella spazzatura.
Ma oggi si va oltre, se possibile.
Alla speranza di ottenere giustizia (vana in quanto non può esistere alcun tipo di risarcimento in cambio di una vita) e all'ambizione che la legge sia realmente uguale per tutti, si contrappone la posizione della Confindustria italiana che ritiene esagerata la richiesta di condanna.
La lobby dei padroni ci riporta sulla terra e invita a non farsi illusioni.
Non solo in Italia, naturalmente, ma nel mondo dove regna la logica del profitto, lo schiavo salariato possiede molti diritti: il diritto di decidere da chi farsi sfruttare, il diritto di decidere se vivere da schiavo o morire da essere umano, persino il diritto di decidere con quale testa (che non sia la sua) pensare.
Non ha però il diritto alla giustizia.
In Italia, sui muri dei tribunali, una scritta recita: La legge è uguale per tutti!
Negli Stati Uniti, perlomeno, hanno avuto la "delicatezza" di voler apparire più coerenti, infatti laggiù si legge: In God, we trust.

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