mercoledì 18 giugno 2008

Tabù

A proposito di informazione.
La fazione giallo-bianca: il senatore Marcello Pera (PdL) dichiara che il “Trattato di Lisbona” è inaccettabile perché non si possono strappare le radici della cultura cristiana che fondano l’Europa.
La fazione verde: i parlamentari della Lega Nord esultano per il risultato del referendum in Irlanda perché è frutto della necessità di mantenere l’autonomia.
La fazione grigia (il popolo italiano): non si esprime, o meglio, non ha diritto ad esprimersi perché l’oligarchia da cui viene governato ha deciso di aderire al Trattato.
La fazione biancazzurra(giornalisti): è una cricca di delinquenti prezzolati (alias pennivendoli) che si è guardata bene dal diffondere informazioni dettagliate sia sul testo del Trattato, sia sul fatto che non ci è stata data l’opportunità di scegliere se ratificarlo o meno, salvo poi diffondere il tutto a fatto avvenuto.
Traggo un paio di considerazioni.
1) Chi solleva un problema, chi ne solleva un altro ma, in generale, nessuno che analizzi le questioni con metodo dialettico. Il che è sintomatico della malafede. Il nocciolo della questione è che il Trattato di Lisbona ha la funzione di ultra liberalizzare (qualcuno dice in stile thatcheriano), e perciò irrigidire, il sistema del welfare nell’Unione. Si possono sproloquiare sciocchezze di qualsivoglia genere (autonomia rispetto all’Unione; derive relativiste sulla cultura della morale religiosa dei popoli; eccetera), ma quel che al popolo irlandese (e, scusate se è poco, un po’ anche a noi italiani!) interessa realmente è mantenere intatto il proprio Stato Sociale. Alla sera dopo una giornata di lavoro, cosa crediamo che vogliano mettere nel piatto dei propri figli gli irlandesi, le problematiche sull’aborto o il pane?
2) Escludendo dal discorso il signor Pera che, politicamente parlando, è più eclettico di una trottola, mi piacerebbe sapere in che maniera la Lega Nord ha intenzione di spiegare ai suoi nuovi elettori sottoproletari la questione del rinnovamento di tipo anglosassone del welfare?

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