giovedì 5 giugno 2008

Il prosciutto sugli occhi.

La mancanza di volontà a liberarsi da determinati orpelli pregiudiziali e concettuali impedisce la visione del nócciolo dei problemi. Nel caso poi, dell'intreccio esistente tra politica e religione, all'interno dello stato laico, il rifiuto di riconoscere l'esistenza di un dio che sovrintende entrambe le sfere aumenta la difficoltà.
Nello stralcio della sua lezione pubblicato venerdì scorso su "
La Repubblica", Gustavo Zagrebelsky pone la questione parlando di fine della secolarizzazione e avvento dell' « epoca della post-secolarizzazione» .
Al fine di non perdersi in, quanto mai inutili, ghirigori intellettuali, mi viene in soccorso un personaggio oramai quasi dimenticato dall'intellighenzia Mancina.
«Per una società di produttori di merci, il cui rapporto di produzione generalmente sociale consiste nell'essere in rapporto con propri prodotti in quanto sono merci, e dunque valori, e nel riferire i propri lavori privati l'uno all'altro in questa forma di cose, come eguale lavoro umano, il Cristianesimo, col suo culto dell'uomo astratto, e in ispecie, nel suo svolgimento borghese, nel protestantesimo, deismo, ecc., è la forma di religione più corrispondente.»
(Karl Marx, Il Capitale; libro primo, prima sezione, capitolo primo, paragrafo 4: Il carattere di feticcio della merce e il suo arcano, pag.111 - Editori Riuniti, IX edizione 1980).

1 commento:

Anonimo ha detto...

(E va bene, ce l'hai fatta!)
A parer mio, quelli che tu definisci giustamente "ghirigori intellettuali" sono un tentativo di analizzare e teorizzare quello che di fatto accade. Non vedo, e mi auguro di non avere anch'io il prosciutto sugli occhi, un giudizio positivo od un sostegno nelle parole di Zagrebelski, ma piuttosto un tentativo di organizzare e definire da un punto di vista teorico, filosofico e sociologico un fenomeno che appare ormai evidente (anche se mai abbastanza) e quotidiano, cercandone definizioni e motivazioni. Da tempo, almeno filosoficamente parlando, dio è morto (perdonate la citazione, ma era irresistibile) e la speculazione si è focalizzata sull'uomo, relegando la religione, in diverse maniere e con diversa forza, a qualcosa di cui alcuni uomini sentono la necessità ma che non appare particolarmente rilevante da un punto di vista speculativo. Purtroppo (parimenti avverbio e personale opinione) negli ultimi tempi si assiste ad una ribellione della chiesa, che partendo dai luoghi e dalle funzioni riconosciute in cui è stata relegata, cerca di riconquistare un potere che molti davano per perso. Sicuramente è un progetto a lungo termine che prevede diverse "tecniche" e strategie, che vanno dal potere economico (direi ormai più che consolidato) a quello morale spingendosi sempre più verso quello politico. Reputo quindi comprensibile (non necessariamente corretto) che si parli di post-secolarizzazione catalogando e dando peso al tentativo di spostare nuovamente il soggetto della speculazione su un piano metafisico (fermo restando che al giorno d'oggi varrebbe forse la pena di interrogarsi su quanto di metafisico sia realmente rimasto nella religione cattolica, almeno quella intesa dal vaticano).