sabato 29 dicembre 2007

Pedone sulle strisce....100 punti!

A tutti sarà capitato di vedere un documentario o anche solo un servizio telegiornalistico dove si parla di sicurezza stradale.
E' quasi divertente vedere automobili lanciate a folli velocità che investono dei manichini, è un pò meno divertente rendersi conto che i manichini fanno la parte dei pedoni.
Da qualche anno è in corso una piccola battaglia tra l'Unione Europea e i produttori automobilistici riguardo all'adeguamento a certe norme di sicurezza, non per gli automobilisti, questa volta, ma bensì mirata alla salvaguardia del pedone; le proposte vanno dal rendere più morbidi i paraurti al montare airbag sui cofani allo spostare il motore verso l'abitacolo di alcuni centimetri per rendere gli urti meno traumatici.
E' ovvio che ci si trova dinnanzi ad un muro contro muro in quanto i produttori, obbligati dalla legge, dovranno fare i conti però con i consumatori i quali sono, ad esempio, contrari all'airbag esterno perchè "rovina la vernice".
Tutto ciò mi fa pensare che, benchè qualcuno continui a negarlo, esistono alcuni oggetti che rappresentano ancora uno status-symbol e uno di questi è sicuramente l'automobile.
Molte persone sono addirittura convinte che sia quasi un simbolo di potere e, tra queste, vi sono molte donne.
Dite di no?Fateci caso.
L'uomo, solitamente, preferisce la velocità alla forza, la donna, al contrario, rinuncia alla velocità in luogo della forza.
Di conseguenza, nella maggior parte dei casi e ove la disponibilità economica lo permette, le donne prediligono i famigerati Suv (acronimo di Stronz Urban Vehicole).
Li usano e li indossano come se fossero prolunghe dell'organo sessuale; percheggiano senza bisogno di specchietti e manovra, tanto i parafanghi alti assicurano l'assenza di ammaccature....a loro! ; e, vista l'altezza, permettono una visuale più ampia quasi a voler dire "Vi sovrasto...".
Tutto ciò è l'ennesima dimostrazione del menefreghismo e dell'egoismo che impera nel nostro tempo e che nessuno si risparmia dal farne uso, uomini e donne, ma che forse nel caso delle donne è maggiore in quanto data la difficoltà fisica nel farsi valere sono costrette ad usare metodi alternativi.
Fin qui tutto bene, o quasi, del resto le poverine dovranno pur difendersi dal prepotente di turno. Un po' meno bene, anzi malissimo, quando la difesa si trasforma in attacco prepotente ed arrogante.

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