sabato 20 ottobre 2007

L'uomo è indifferenzialista!

Leggendo "Psiche e techne" di Galimberti, arrivato al capitolo 3° "Il congedo dagli dèi", si insinua in me il dubbio sulla posizione finto progressista dell'ecologismo.
Il capitolo è una sorta di manifesto del differenzialismo; egli,come del resto Nietzsche, vuole far passare come progressista un concetto odiosamente conservatore e reazionario, l'esatto contrario della natura con il distorcimento della stessa.
Storicamente e filosoficamente il concetto dell'Ananke è superato dalle teorie umanistiche della manipolazione (e se così non fosse non avrebbe avuto luogo l'agricoltura, per esempio), e nello specifico dell'uomo non si può parlare di differenze ma di peculiarità differenti, o diversità, all'interno dell'indifferenza.
Infine egli travisa, o scioccamente non considera, l'importanza empirica del mito.
Il mito, pur essendo astratto, ha valenza concreta perchè non è invenzione dell'inesistente ma è traduzione della tradizione; perciò l'indifferialismo del dio, altro non è che la tramandazione del concetto primitivo e antropologico dell'uguaglianza.
Accettare l'Ananke come verità assoluta significa, non solo rifiutare la dialettica hegeliana che supera il platonico principio di non contraddizione con l'unità degli opposti, ma anche rifiutare la "natura" dialettica, evolutiva, in continuo movimento, della natura.