domenica 14 ottobre 2007

La ragione del più forte.

Due fatti, diversi tra loro, mi fanno riflettere sulla questione della forza.
Gli Usa hanno dichiarato che il massacro del popolo armeno è da considerarsi genocidio (...perdonate la tautologia...) e, offesi da una così grande verità, immediatamente la Turchia ha deciso di rimpatriare il proprio ambasciatore.
In Germania ad un italiano accusato di stupro e maltrattamenti vari nei confronti della fidanzata il magistrato giudicante ha ridotto la pena da otto a sei anni motivando la decisione con la necessità di considerare la provenienza etnica del soggetto, scatenando le reazioni sdegnate di molti che gridano al razzismo.
Gli Usa hanno fatto un gesto politico di estrema importanza infatti riconoscere il genocidio, come richiesto diverse volte dall'Unione Europea, altro non è che un grande passo in avanti verso l'inserimento della Turchia per avere così contemporaneamente un più ampio controllo della zona mediorientale ed europea; gli sciocchi e proni turchi però non hanno evidentemente capito il gesto e, dimentichi della loro attuale condizione di sudditi americani e non più imperanti ottomani, hanno rifiutato con forza l'aiutino.
Il secondo caso dimostra due verità quasi lapalissiane, ossia che il razzismo lombrosiano è fin troppo diffuso, e chi mi conosce sa quanto io "stimi"questo genio dell'antropologia criminale, e che è un fenomeno a cascata, nel senso cioè che esistono etnie considerate inferiori.
Per molti nostri connazionali è lecito considerare criminali atavicamente e storicamente gli albanesi, i rumeni, i nordafricani ma quando è qualcun'altro a marchiarci con simile infamia chiamano in causa il razzismo.
Insomma entrambi i casi richiamano alla scenetta del maggiordomo che dopo aver maltrattato lo sguattero si offende col suo padrone che lo considera inferiore.
P.s.:dimenticavo che le mie discendenze sono sarde....

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