E parliamo di regali, che un certo percorso doveva pur essere concluso.
M’è venuto da pensarci, perché qualche minuto fa, da una utilitaria sono scese tre persone, un uomo, una donna e una bambina di poco più di dieci anni. La classica famigliola proletaria, insomma. Il papà era serio, la mamma dava l’impressione di non poterne già più, la figlia era euforica al limite dell’isteria.
La prima cosa che ho pensato, è stata: bye bye tredicesima. Poi, con un pizzico di rabbia, ho pensato a quanto era triste quella fotografia. Non l’intenzione dei tre, ma l’obbligo a cui erano costretti.
Pensavo a quanto sarebbe bello se i doni del Natale fossero il risultato di un lavoro che, magari, dura mesi e costa fatica, ma che costa poco denaro e al cui interno vi è più sentimento di quanto se ne può trovare in qualsiasi oggetto anonimo acquistato all’ultimo momento e solo perché ci si sente obbligati.