martedì 16 febbraio 2010

Estiqazzi!



Ho fatto la lasagna.
Ho preparato il sugo di pomodoro e ho aggiunto un po' di besciamel e una grattugiata di noce moscata. Poi ho preso la casseruola e ho iniziato a comporre gli strati con mortadella, mozzarella di bufala, parmigiano. Ho completato il tutto con il sugo e un'abbondante manciata di parmigiano. Poi ho riscaldato il forno, l'ho fatta cuocere e dopo aver atteso qualche minuto onde evitare di ustionarmi la lingua me ne sono servito una generosa porzione e l'ho mangiata acconpagnandola con un bicchiere di vino rosso.
Probabilmente, per la maggior parte delle casalinghe non ho fatto nulla di particolare. Ed in effetti è così. Ma per me, povero single impigrito abituato quasi esclusivamente a nutrirsi consurgelati, pietanze precotte e pizza a domicilio, è stato un piccolo evento.
Non che non sappia cucinare, so fare poche cose ma me la cavo discretamente, però la lasagna era una novità.
L'ho raccontato al Bepi e quello mi dice: "Ah, però! Complimenti!", e poi con l'occhio ironico: "...hai fatto la pasta?", "No, l'ho comprata confezionata...", ho risposto. E lui, sghignazzando sotto i baffi: "...e Maura che ha detto?", "Non gliel'ho detto...", ho risposto. "Chissà come sarà felice quando le racconterai tutto...", ha continuato lui quasi ribaltandosi dalle risate.
Ecco, adesso vorrei mettere in chiaro un paio di cosette.
L'elementessa (mio neologismo. ©Riproduzione Vietata) in questione, nonostante alcune strane fissazioni (è convinta che il torrone sia una specialità esclusivamente campana...) e le convinzioni fondamentaliste culinarie (secondo lei tutto il cibo in scatola è veleno), è una discreta cuoca e, tralasciando il particolare che essendo di nazionalità marchigiana non conosce la lasagna ma solo la variante meticcia meglio nota come Vincisgrassi..., sicuramente preparerà la pasta insozzandosi le nodose manacce con poltiglia impastosa di uova e farina... Ma... Allora?
Io che sono cresciuto con una nonna in grado di competere con grandi chef, ho sempre avuto grande rispetto per le donne che trascorrono la vita schiantandosi al servizio di casa e famiglia. E ancora di più per quelle, come mia madre, che lo fanno dopo otto ore di lavoro fuori casa. Infatti non ho mai lanciato il piatto fuori dalla finestra, semplicemente mi sono abituato a mangiare completamente senza sale (...e spesso fuori...).
Perciòdopo nove ore di lavoro, alle sette e mezzo di sera posso aggirare alcune regole del mangiare bene e passare un'ora a prepararmi una lasagna con la pasta confezionata e la besciamel in scatola?
E, soprattutto, me lo merito un complimentone senza critiche?
Grazie!

giovedì 11 febbraio 2010

I momenti della mia amica, quella con la fionda.



Oggi la maestra ha dato ad Anna la sua prima pagella.
I voti erano tutti compresi tra l'Otto e il Nove.
Lei era contenta ma sempre alla sua maniera, senza eccessi: un mezzo sorriso e uno sguardo stupito. Pizzinedda, probabilmente ancora non si rende conto.
Sicuramente è molto più intelligentissimissimissima di quello scansafatiche rissaiolo di Samuele.
Tiè!

mercoledì 10 febbraio 2010

Sulla infinita bontà del modo di produzione capitalistico.


Incredibile. Ma vero.
Guardavo una replica di "Parla con me" (lo short talk-show della Dandini) in cui era ospite Carlin Petrini (fondatore di Slow Food).
E' sempre interessante ascoltare quel modo di proporre la risoluzione dei problemi del mondo che, i Sinistri piccolo-borghesi a coniatura socialdemocratica, hanno.
Naturalmente, mi fa incazzare come una bestia.
Ma noto, con interesse scientifico (perchè li guardo con gli stessi occhi con cui un entomologo guarda un afide), di come siano convinti delle fesserie che vanno blaterando.
Questi personaggi, e ovviamente anche tutto il loro codazzo di Homo sapiens sapiens, sono bravissimi a tirare fuori dal loro fustino di lavacoscienza supersbiancante le contraddizioni capitalistiche che "affliggono" l'umanità. Ma, purtroppo (immaginiamoli con le braccia allargate), si rivelano per ciò che sono in realtà: bottegai.
Si mettono in vetrina coi loro libri o con le loro crociate radiotelevisive e dicono al mondo: "Guardate quei poveri esseri umani che muoiono di fame", "Bisogna fare qualcosa, bisogna salvarli. Devi salvarli! Tu!".
Questi signori sono i moderni Vassalli. Essi vivono nel loro finto mondo, inchiodati all'anno 1300. E, ovviamente, ignorano tutto quel che è avvenuto dopo. Per loro tutto discende da Dio come l'Imperatore loro padrone e perciò se il capitalismo esiste, non può che essere una volontà divina eterna e imperitura.
Non c'è colpa e non può esserci soluzione, è l'Ente soprannaturale che decide.
E, del resto, non potrebbe essere altrimenti.
Sennò come vivrebbero loro, come potrebbero arricchirsi e poi pentirsene?
Nel particolare, il signor Petrini afferma che servirebbero quarantaquattro (44) miliardi di dollari per sfamare gli affamati ma a nessuno interessa però appena si è parlato di crisi i governi del mondo hanno tirato fuori cento (100) miliardi di dollari per le banche e per uscire dalla crisi appunto.
Giustissimo! Bravo Petrini! Ma di dire che questo cancro è causato dal capitalismo se ne guarda bene. Meglio sfruculiare le coscienze parlando degli sprechi.
Anche perchè se così non facesse come verrebbe accolto nei salottini vips dove va a chiedere elemosina e solidarietà?
Io, che sono politically incorrect, invece preferisco dire: "Fanculo alla beneficienza! Morte al capitalismo!".

lunedì 8 febbraio 2010

Ex nòvo




Ho deciso di ricominciare a coltivare un blog.
L'ho lasciato per diversi mesi; prima in attesa di qualche illuminazione, poi perché tutto quel che avrei voluto scrivere alla fine mi sembrava così banale che preferivo cestinarlo.
Ma io non sono un genio né mi considero una mente eccelsa, sono una persona assolutamente normale e, come la maggior parte degli individui, ho momenti "alti" e momenti "bassi", lampi di intelligenza e cadute di stile, intuizioni e banalità.
Perciò mi sono detto: rassegnati, sei come sei e ti devi accettare con i tuoi pregi e i tuoi difetti e se poi a qualcuno non piacerà.....bhé pazienza, non si può avere tutto.
Perciò ri-eccomi qui, con una nuova veste (...forse "Il diario di Nessuno" mi aveva anche un po' stancato...) ma sempre pronto a scaricare dalla mente i disgusti che mi assillano.