lunedì 30 giugno 2008

Autoritarismo democratico

Ancora una volta mi trovo, tutto sommato, d'accordo con la signora Spinelli.
Nel suo consueto editoriale domenicale, questa volta si occupa della differenza tra legittimità e legalità.
Non starò a fare il riassunto di quello che scrive ma il succo, sostanzialmente, è che quando in uno Stato democratico viene a mancare la voce dell'opposizione viene a mancare anche la legalità che viene confusa, ad arte aggiungo io, con la legittimità.
Oggi, nel nostro Paese, succede precisamente questo ossia la destra (in questo caso, ma potrebbe benissimo essere la sinistra ed il concetto rimarebbe invariato), che rappresenta la maggioranza dei votanti (...o del Paese, che dir si voglia...) e perciò legittimata in questo, si auto-investe di super poteri di legalità.

domenica 29 giugno 2008

Tainted love

Rigorosamente in ordine cronologico


Gloria Jones

The Softcell

Marilyn Manson

The Pussycat dolls

giovedì 26 giugno 2008

Il prezzo della civiltà.

I casi della "divina provvidenza" alle volte risultano particolari, soprattutto quando si tratta di classi medie.
In India esiste, dal 1994, una legge che vieta l'aborto selettivo, malgrado ciò nello stato del Punjab le femmine che raggiungono la pubertà sono 300 ogni 1000 nati.
E' naturalmente casuale che questo avvenga soprattutto tra i benestanti, i quali possono permettersi l'ecografia.
Infatti, nella cultura indiana, un maschio è preferito perché trasmette il nome, diventa fonte di guadagno e può occuparsi dei genitori quando invecchiano, mentre la femmina è destinata a lasciare la famiglia e inoltre costa, per la dote che deve ricevere al momento delle nozze.

mercoledì 25 giugno 2008

Lo stupro continua...

Userò dei sinonimi perchè nel Paese delle Libertà adoperare gentili epiteti all'indirizzo delle cariche dello Stato è reato.

Corrompere un po' meno!

Il "capobranco" ha lanciato l'appello e, dopo una piccola cagnara di rito, i "cani-servi piddini" hanno ripensato alla proposta, dalla quale potrebbero guadagnarci qualcosa anche loro, e l'hanno approvata.

Qualche anno fa insieme con "L'Unità" usciva un inserto satirico che si intitolava "Cuore" (i miei coetanei se lo ricorderanno sicuramente), mi viene in mente a proposito un titolo :" Hanno la faccia come il culo!".

Cortesemente, ora qualcuno vorrebbe farmi capire la differenza che passa tra gli uni e gli altri?

Mi concederò qualche giorno per riordinare i pensieri.


Franco Battiato :"Povera Patria"


lunedì 23 giugno 2008

Turineis...pride...(???)

Inizieranno stasera con il rituale "farò" e culmineranno domani con i fuochi d'artificio sul fiume, i festeggiamenti in onore di San Giovanni, il santo Patrono della città in cui vivo e che amo, Torino.
E visto che sono orgoglioso di essere torinese voglio condividere le bellezze e le curiosità di questa meravigliosa città.

Il nome: La leggenda vuole che il principe egizio Fetonte, là dove il Po si incontra con la Dora, abbia fondato la città di Taurina (attorno al 1523 a.C., prima ancora di Troia), in onore di Api, divinità egizia dalle fattezze di toro. I Taurini, invece, popolazione di ascendenza celto-ligure, s'insediarono nel III secolo a.C. in un villaggio di nome Taurasia, dalla parola indigena tauro,ovvero monte,mutata poi, per analogia, nel simbolo del toro. Tra il 29 ed il 28 a.C., i romani stabilirono qui la colonia di Julia Augusta Taurinorum, che in seguito ridusse il suo nome a Taurinorum, per indicare il luogo in cui vivevano i Taurini, per poi semplificarsi in Taurinos, ed infine Torino.

(piazza Carignano)

La pianta romana: La città ha origini romane, testimoniate dalla Porta Palatina, unica vestigia delle mura dell’antico castrum (circa 760x660 metri divisi in 72 isolati separati da vie incrociate ad angolo retto).Resta la rigorosa impostazione ortogonale, scandita da due arterie principali perpendicolari (il decumanus, ovvero l’asse est-ovest, l’attuale via Garibaldi e il cardus, corrispondente alle attuali via Porta Palatina e via San Tommaso).Solo le diagonali ottocentesche di via Pietro Micca e di via Quattro Marzo tradiscono quest’ordine.
Il simbolo: Nel 1335 all’angolo tra via Garibaldi (allora via Dora Grossa) e via San Francesco d’Assisi, sorgeva una torre alta 55 metri, la Torre di San Gregorio, sormontata da un toro in bronzo dorato. L’animale era cavo e perciò il vento, passando per le sue fauci spalancate, emetteva un suono che annunciava agli abitanti l’arrivo di un temporale. I torinesi gli attribuirono l’affettuoso appellativo di Gioanet, eleggendolo a simbolo della città. Durante l’occupazione francese, Napoleone ne decise l’abbattimento. Lo spirito del beneamato Gioanet, però, continua a vivere nei torelli (torèt), le fontanelle verdi in ghisa disseminate per tutta la città.
Patrono e festa: Il santo patrono di Torino è San Giovanni Battista, la cui festa cade il 24 giugno, in quello che la tradizione bizantina riteneva essere il solstizio estivo. A differenza di tutti gli altri santi, San Giovanni si ricorda nel giorno del suo presunto concepimento. Le origini della ricorrenza risalgono al XIII secolo. Secondo le credenze popolari coincideva con l’inizio dell’estate ed era celebrata con veglia, processione e banchetto, completo di balli e canti davanti al Duomo. Una leggenda popolare cuneese narra che i soldati di Erode, per riconoscere la casa del Battista destinato alla decapitazione, la segnarono con un ramo di noce; i concittadini, che volevano salvare il Santo, per confondere i soldati appesero un ramo di noce sulle porte di tutte le abitazioni. Un'usanza ormai andata persa, voleva che ogni nucleo famigliare a San Giovanni appendesse alla porta esterna di casa un ramo di noce: se il giorno dopo il ramo era secco voleva significare bel tempo, se restava ancora fresco le probabilità di pioggia erano elevate. Il culmine dei festeggiamenti era poi il grande falò allestito in piazza Castello. Ancora oggi, se il falò cade verso Porta Nuova, si dice che Torino trascorrerà un anno fortunato.

(piazza Bodoni e il Conservatorio)

Maschera: Tutti sanno che la maschera di Torino è Gianduja, ma pochi ne conoscono la storia. La sua origine va ricercata nella rumorosa piazza Castello di fine Settecento: tra i molti saltimbanchi e burattinai si arrabattava anche Gian Battista Sales, noto per il suo personaggio di Giròni (Gerolamo), la marionetta "animata" dalle sue abili mani. Si intravedevano già l’aspetto e l’abbigliamento della futura maschera,che deve il suo nome a "Gioan dla douja", da cui per semplicità Gianduja, contadino di provincia e amante delle osterie (douja significa boccale).
Nomi e cognomi: Ecco alcuni tra i più tipici cognomi torinesi: Arpino, Barbero, Beccuti, Borgesio, Calcaneo, Della Rovere, Ferrero, Pautasso, Rebaudengo, Rossetto, Silo e Zucca. Il nome maschile più in voga è Andrea, mentre, per le femminucce, il più gettonato è Sara.
Portici: Premurosa di riparare i suoi abitanti sia dal sole che dalla pioggia, Torino conta ben 18 km di portici. "Un torinese senza i portici è un uomo morto", dicevano nell’Ottocento. Da quelli storici, in pietra grigia, di via Po, ininterrotti sul lato sinistro per evitare che i reali si bagnassero durante le loro passeggiate, all’elegante marmo novecentesco di via Roma; da quelli regali di piazza Castello, detti "della fiera", fino a quelli commerciali di Porta Palazzo. I portici più ampi sono quelli di piazza San Carlo, che misurano 7,50 metri di larghezza, mentre i più stretti sono quelli di piazza Palazzo di Città, che arrivano appena a 4 metri.
I misteri : Torino, crocevia di popoli e segreti fin da tempi antichissimi, circondata da fiumi lucenti e custode di magie. Una ricca simbologia e molti misteri si annidano nel matematico reticolo delle vie di questa città, che, forse, non è poi così "squadrata" come sembra...
Il Po rappresenterebbe il Sole, la parte maschile, e la Dora la Luna, la sua controparte femminile. I Romani, inoltre, costruirono la città attenendosi alle regole magiche che prescrivevano di aprire le 4 porte di accesso in corrispondenza dei punti cardinali, mentre la via principale segue il percorso ascendente del Sole nel cielo. Torino si trova poi sul 45° parallelo, segnalato dall’obelisco con in cima l’astrolabio situato in piazza Statuto (uno uguale si trova ad 11 km di distanza, alla fine di corso Francia).

(Chiesa della Gran Madre di Dio)

La Sacra Sindone: Lunga 437 cm e larga 111,è il lenzuolo che, secondo la tradizione, avrebbe avvolto il corpo di Gesù dopo la crocifissione. Per gli scettici è semplicemente un telo che reca impressa l’impronta del corpo di un uomo alto un metro e 77, torturato e ucciso tramite crocifissione in tempi lontani. Attualmente il "sacro lino" si trova nel Duomo, la Chiesa di San Giovanni, dove venne portato nel 1578, dopo esser scampato all’incendio della chiesa francese di Chambery ed esser stato minuziosamente riparato dalle suore clarisse. Anche nella nostra città la Sindone ha rischiato di essere danneggiata a causa di un nuovo incendio avvenuto nella notte tra l’11 e il 12 aprile del 1997, ma venne prontamente portata in salvo dai vigili del fuoco. Più volte lambita dalle fiamme quindi, ma mai distrutta. Secondo la tradizione esoterica, chi possiede una delle reliquie di Cristo le possiede tutte. La presenza della Sindone a Torino, quindi, garantirebbe alla città la presenza degli altri simboli della cristianità. Di qui la convinzione che la chiesa Gran Madre di Dio, ai piedi della collina torinese, conservi il Sacro Graal, il calice in cui bevve Gesù durante l’Ultima Cena e in cui fu raccolto il suo sangue dopo la Crocifissione. Le due statue all’entrata, raffiguranti la Fede e la Religione, lo dimostrerebbero. Una regge una coppa che simboleggia il Sacro Graal, l’altra ha lo sguardo che pare perdersi nel vuoto. Secondo uno studio del Politecnico di Torino, esso indicherebbe una strada, un percorso che conduce esattamente al Palazzo di Città, là dove una credenza esoterica vuole che il Graal si trovi. E siccome non c’è due senza tre... i sotterranei della Basilica di Maria Ausiliatrice custodirebbero un crocefisso realizzato col legno della croce di Gesù.

(Fontana Angelica, piazza Solferino)

Magia bianca: Torino è uno dei tre vertici nel mondo del triangolo della magia bianca, insieme con Praga e Lione. Gli esoteristi affermano che in città il punto nevralgico sia piazza Castello: per la precisione l’epicentro dell’energia positiva si trova nel punto in cui sorge palazzo Reale, in corrispondenza della fontana dei Tritoni. Il cancello del Palazzo, incorniciato dalle statue equestri dei due Dioscuri, Castore e Polluce, segnerebbe il confine tra la città santa e quella diabolica. I punti di massima concentrazione delle forze bianche sarebbero proprio il centro della cancellata - un tempo adottata per l’ostensione della Sacra Sindone - e la Mole Antonelliana. Quest’ultima irradierebbe su tutta la città le energie benefiche assorbite dal sottosuolo. Sempre in tema di magia bianca, merita una visita piazza Solferino per la sua Fontana Angelica. Composta da quattro gruppi di statue poggiati su basi di granito, fu costruita secondo regole massoniche. Ai lati due gruppi femminili rappresentano la Primavera e l’Estate; al centro, in posizione più alta, due figure maschili, l’Autunno e l’Inverno,versano acqua da un otre. I due otri sono i simboli astrologici dell’Acquario e dell’Ariete, segno sotto il quale si trova l’Italia. Le figure femminili rappresentano i due aspetti dell’Amore, quello sacro e quello profano. Infine, l’acqua versata rappresenterebbe la conoscenza: ad essa gli uomini si abbeverano per progredire verso l’alto.
Magia nera: Torino, con Londra e San Francisco, comporrebbe il temibile triangolo della magia nera. I luoghi che fanno della città un importante e rinomato centro di magia nera sono molteplici e provengono da differenti leggende e culture. Piazza Statuto è il "cuore nero" della città. Innanzitutto perché si trova ad occidente, posizione considerata nefasta perché vi tramonta il sole. Inoltre in questa zona, dai tempi dei Romani, c'era la "vallis occisorum", ovvero la necropoli. Proprio in piazza Statuto si trovava il patibolo, che i francesi trasferirono all'incrocio tra corso Regina Margherita e via Cigna, oggi chiamato "rondò dla forca". È probabile che i corpi dei giustiziati siano ancora sotto corso Francia e via Cibrario. E a ben guardare, nel cuore del piccolo giardino della piazza, si trova un tombino... per i più suggestionabili è la Porta dell'Inferno, per i più prosaici conduce al nodo centrale delle fogne nere della città. All'imbocco della piazza si trova la Fontana del Frejus, costruita in ricordo dei caduti nella costruzione del traforo, che però è stranamente rivolta verso via Garibaldi, e non verso corso Francia e il traforo. Racconta la tradizione che l'angelo che sovrasta l'obelisco sia in realtà Lucifero. E sempre nei pressi di piazza Statuto, il più vicino possibile al patibolo, abitava un tempo il boia di Torino, per la cronaca in via Bonelli, una strada stretta e quasi mai assolata. Sempre vestito di nero, girava per tutta la regione portando una borsa con i "ferri del mestiere" e un listino prezzi per ogni differente tipo di uccisione. A lui, inoltre, toccava punire coloro che avevano fatto fallimento: i condannati venivano battuti ripetutamente su una panca di legno alta circa 10 centimetri e posta nei pressi di via Corte d'Appello, fino a che il legno non cedeva. La chiesa della Misericordia, in via Barbaroux, consegna al giudizio della Storia queste usanze horror: in teche di vetro sono conservati il registro dei condannati, i cappucci neri, il "bicchierin" dell'ultimo sorso e il crocifisso. Qui veniva data ai condannati l'estrema benedizione e la sepoltura. Il Museo Egizio sarebbe un altro elemento a riprova dell'imperio e dell'influsso malefico della magia nera a Torino. Nel 1824 venne acquistata la collezione di Bernardino Drovetti, costituita da oltre 8000 oggetti tra statue, papiri e stoffe, sarcofagi e mummie, oggetti di bronzo, amuleti, monili e simboli del culto degli dei, oggetti della vita quotidiana e quant'altro. Orbene, a detta di autorevoli occultisti, alcuni reperti sarebbero dotati di carica benefica, altri di carica malefica. Il Museo, quindi, sarebbe campo di interminabile battaglia tra le forze del bene e del male. Per fortuna, gli oggetti benefici sembrano essere in maggioranza! E per non farci mancare nulla, ecco che a partire dal '700, a Torino, compaiono numerose sette di vario genere, esoteriche e/o iniziatiche, a partire dalla Carboneria, la Giovine Italia e la Massoneria, sino ad arrivare alle associazioni di magia.
Ma dove incontrarsi al riparo da occhi indiscreti?:Torino non è certo una città superficiale... una serie infinita e non del tutto esplorata di cunicoli si apre nel sottosuolo: chilometri di gallerie che un tempo erano arterie vive della città, rifugi di guerra e di carestia, ma anche antri nascosti in cui praticare culti e magie proibite. Così, esplorando la Torino sotterranea, sono state scoperte sotto Palazzo Madama le grotte alchemiche, all’incrocio di grandi linee telluriche e geomantiche. Qui operavano gli "scienziati" di casa Savoia, incaricati di trovare la Pietra Filosofale per trasformare il "vile metallo in oro". Vi si accedeva dalla cripta della SS. Annunziata e dai sotterranei del Palazzo. In virtù della protezione accordata loro dalla "Madama reale", gli alchimisti condussero indisturbati le loro ricerche e furono un richiamo irresistibile per veggenti e sapienti rinomati, come Paracelso. Invece il taumaturgo infallibile Nostradamus giunse a Torino nel 1556, convocato a corte dal duca Emanuele Filiberto per curare la sterilità della moglie, Margherita di Valois. Egli riuscì a far nascere l’agognato erede, Carlo Emanuele. Nostradamus fu "mago" di corte e consigliere "speciale" dei Savoia, ma anche alchimista, astronomo e astrologo. Soggiornò a poche centinaia di metri da piazza Statuto, in via Michele Lessona, nella villa Domus Morozzo. Qui era collocata una lapide incisa dallo stesso mago e recante l’enigmatica scritta: "Nostradamus ha alloggiato qui, dove c’è il Paradiso, l’Inferno e il Purgatorio. Io mi chiamo la Vittoria, chi mi onora avrà la gloria, chi mi disprezza avrà la rovina intera". Casa Savoia, come ogni famiglia regnante che si rispetti, ha le sue misteriose apparizioni. La duchessa Maria Cristina di Francia - a voler essere più precisi, il suo fantasma - certe notti passeggerebbe ancora per il suo palazzo. Si dice che si aggiri per le sontuose sale, sfiorandone nostalgica i muri e riandando con la memoria al bel tempo che fu! Cristina era la sposa giovanissima di Vittorio Amedeo I. Rimasta vedova ancora giovane nel 1637 assunse il potere in qualità di reggente del figlio Carlo Emanuele II. E fin qui si spinge la storia ufficiale... Le voci popolari dicono che la bella Madama si "sbarazzasse" senza troppi indugi dei suoi amanti. Per una singolare coincidenza, tutte le sue fiamme "si perdevano" nelle gallerie sotterranee o scivolavano "accidentalmente" nel Po. Questi uomini divenuti ormai fantasmi, tornavano a girovagare di notte nei giardini intorno al castello e sotto gli innumerevoli portici della città. E infine, la splendida collina torinese: tra i suoi boschi e i suoi rovi pare avvenissero strani e oscuri "convegni". I cittadini più danarosi, per trascorrere il tempo e sfuggire al tedio delle loro esistenze, erano soliti incontrarsi e raccontarsi storie terrorizzanti. Non a caso i film horror degli anni ‘70 e ‘80 furono ambientati nel capoluogo piemontese e nelle sue ville collinari...
Un titolo per tutti: "Profondo rosso" di Dario Argento. Agghiacciante!
(fonte:http://www.comune.torino.it/infogio/guida/naso/pag2.htm)

(Piazza Carlo Emanuele, Carlina per i torinesi)
"Prima di tutte ci fu Torino...
-Il capoluogo piemontese, infatti, fu dal 1861 al 1865, la prima capitale d’Italia.
-Torino è considerata la città dei portici per antonomasia, come dimostrano i suoi oltre 18 km di percorribilità al coperto, realizzati quasi tutti in epoca barocca.
- Nel centro storico della città, a Porta Palazzo, si svolge il più grande mercato all’aperto d’Europa.
- Il Museo Egizio, fondato nel 1824, è il primo al mondo per data di fondazione e secondo solo al Museo del Cairo per l’importanza dei reperti (se vi sembra poco...).
- Nel capoluogo piemontese è custodita la Sacra Sindone, il lenzuolo di lino che recherebbe impressa l’impronta frontale e dorsale di Gesù Cristo.
- Pare che Torino e il Piemonte abbiano dato alla Chiesa il maggior numero di santi sociali: molti i santi della diocesi negli ultimi due secoli. Tanti da indurre Papa Giovanni Paolo II, in visita nel 1988, a sottolineare la singolarità.
- Torino è stata la prima capitale del cinema italiano: qui sono nate le prime case di produzione (FERT), si sono creati i primi divi della nascente cinematografia nostrana ed è stato girato il primo kolossal ("Cabiria").
- Durante il periodo del fascismo, qui è nato il salone dell’alta moda, dalla tradizione delle "sartine" torinesi.
- Nella sede subalpina la radio italiana ha cominciato a trasmettere i suoi programmi seguita dalla televisione italiana... La RAI è nata qui: da non crederci, vero?
- A Torino sono nati i grissini, il bicerin, il vermouth, il tramezzino e il gianduiotto. Eccellenze squisite!
- Al podio anche l’anima sportiva della città: molte federazioni sportive (tra cui ciclismo, canottaggio e sci) e lo stesso Club Alpino sono nati qui.
- Provate a sommare il numero degli scudetti vinti dalla juventus (28) con quelli vinti dal grande TORO (7): otterrete così la città più "scudettata" d’Italia!
- Torino avanguardia dell’industria e della ricerca scientifica e tecnologica. Tre nomi per tutti: Politecnico di Torino, ai massimi vertici in Europa, FIAT, la maggiore industria automobilistica italiana, e Alenia, industria al top in campo aerospaziale.
- Torino capitale della magia... Secondo la tradizione esoterica la città sarebbe uno dei tre vertici del triangolo della magia bianca, insieme con Praga e Lione. Purtroppo però comporrebbe, con Londra e San Francisco, un altro temibile triangolo, quello della magia nera.
- La città è attraversata dal Po, il fiume più lungo d’Italia.
- Più recenti, ma non meno importanti, i trionfi dell’elettronica: la prima telefonata via UMTS, la nascita dell’MP3, la creazione di "Vitaminic", piattaforma per la distribuzione della musica in formato digitale... a Torino, of course!
Sempre qui, inoltre, si registra puntualmente la densità informatica più alta d’Italia.
... tra l’altro, Torino è la più grande città che abbia ospitato le Olimpiadi Invernali!
La classe non è acqua..."
(Fonte: Capra Pierluigi, Torino città di primati: 333 volte prima in Italia.Torino, Graphot Editrice, 2003.)

sabato 21 giugno 2008

La forza del pensiero "debole"

Nel suo articolo, dal titolo "Ragione e desiderio così nasce la libertà" (Corriere della Sera, 19 giugno 2008), Giulio Giorello dà prova del fatto che non si possono considerare i diversi ambiti (scientifico, filosofico, artistico, eccetera) scollegati, o in qualche maniera esterni, al sistema in vigore.
Egli mischia, non casualmente, diversi punti e, così facendo, trae la soluzione del dilemma sulla libertà.
A partire dal titolo si notano incongruenze di carattere propagandistico, infatti, secondo lui un carattere naturale umano, la ragione, fondendosi con un carattere storico, il desiderio, darebbero luogo alla libertà, ossia una necessità naturale.
Il lavoro propagandistico procede con la trasformazione, in idealismo nietzscheano (volontà di potenza desiderante), del materialismo di Spinoza: «L'esperienza, non meno che la ragione, insegna che gli esseri umani credono di essere liberi solo perché sono consapevoli delle proprie azioni ma ignari delle cause da cui sono determinate, e inoltre che i decreti della mente non sono altro che gli appetiti stessi, e perciò sono differenti a seconda della diversa disposizione del corpo»; e continua: «Diceva Spinoza:"Quanto più uno è in grado di ricercare il proprio utile, tanto più è dotato di virtù. Al contrario, quanto più uno trascura di conservare il proprio utile, tanto più è impotente". (…), questo tipo di utilitarismo è tutt'altro che egoismo — come vuole uno stereotipo diffuso. Piuttosto, esso è alla radice della stessa vita associata, ove gli esseri umani tramutano situazioni di pura competizione per le risorse in occasioni di cooperazione. Tutto questo avviene attraverso una percezione razionale dei propri interessi, senza nessun appello a valori comuni o ad assoluti religiosi. E' da qui che mi pare opportuno partire per una democrazia pluralistica che tenga conto della differenza delle idee come della diversità dei corpi. C'è chi la bolla sbrigativamente come "relativismo", mentre alcuni temono che questo tipo di approccio riduca i cosiddetti valori a semplici preferenze.»; ecco ricomparire la volontà di potenza, ossia confondendo la necessità della specie con l'utilitarismo capitalistico.Ma proseguiamo.«Mi si obietta: se la libertà stà nel superamento delle costrizioni ai movimenti e alle azioni dei soggetti, perché non dovrebbero lasciare allora spazio a pedofili o a sadici che, dopo tutto, potrebbero invocare a giustificazione le loro voglie o i loro appetiti? La risposta è semplice: come ben sanno i teorici dell'utilitarismo sia i migliori dei loro critici, vanno accettate le preferenze che riguardano noi e non quelle che coinvolgono altri! Ovvero agli altri non dovremmo nemmeno fare quello che vorremmo fosse fatto a noi: potrebbero avere gusti differenti. Questa regola ci mette al riparo non solo da sadici, pedofili, eccetera, ma anche da benefattori inopportuni. Per dirla ancora con Spinoza, "chi per semplice affetto si adopera perché gli altri amino ciò che egli ama e vivano secondo il suo sentimento agisce solo per impulso e perciò è odioso specialmente a quelli che trovano piacere in altre cose". Sotto questo profilo, mi paiono odiosi in egual misura sadici, pedofili e fanatici di ogni risma».
Anzitutto viene da chiedersi quale dovrebbe essere l'impulso che ci fa rifiutare o accettare determinati comportamenti in quanto considerati giusti o sbagliati?
Ed altre domande che si potrebbero porre saranno: chi decide cosa? chi decide di decidere? in base a cosa, colui che decide, decide appunto? eccetera eccetera.
Stabiliamo, una volta per tutte, che nel momento in cui l'uomo, utilizzando la reificazione, ha delegato il proprio potere decisionale al modo di produzione dominante esso, inevitabilmente, ci ha condotti nel tempo dell'«ultimo uomo» nietzscheano.
Questo tipo di visione, che ovviamente terrorizza in quanto portatrice di caos, stabilisce, come soluzione migliore, di confondere il tutto con la visione del tempo del «Superuomo».
La morale, che è anche gestante del concetto di libertà, non si può ricercare o stabilire dal nulla ma è, necessariamente, frutto delle conoscenze empiriche; ecco perché stabilire una morale che non tiene conto delle situazioni reali significa aprire le porte al caos dell'«ultimo uomo».
Anziché stabilirlo sarebbe utile considerare e studiare profondamente il concetto di libertà già esistente in natura, in quella stessa natura che il capitalismo ha derubato all'Uomo.

giovedì 19 giugno 2008

Neutralità...


Da "Il Corriere della Sera": "Lunedì - come riporta il quotidiano svizzero "Blick" - durante l'inno tedesco prima della partita degli europei tra Austria e Germania, il teletext alla pagina "777" dell'emittente ha mandato in onda i sottotitoli del primo verso del brano, quel "Deutschland, Deutschland über alles, Über alles in der Welt" (Germania, Germania, sopra di tutto sopra di tutto nel mondo) tanto in voga durante il nazismo e poi ignorato dalla caduta del Terzo Reich. La prima strofa dell'inno tedesco, che delinea una Germania che si estende dal Belgio al Nord Italia, era popolare durante il Nazismo. L'incipit dell'inno voleva infatti essere un incitamento del popolo tedesco all'unità della patria. Dalla fine della Seconda guerra mondiale però, i tedeschi hanno cantato solamente il terzo verso del brano «Deutschlandlied», che dal 1991 è diventato inno ufficiale dopo l'unificazione delle due Germanie. «È stato un errore imperdonabile», ha ammesso Gion Linde, responsabile dei sottotitoli di «Swiss Text» per l'emittente elvetica."
Dopo la scoperta, la settimana scorsa, che il servizio d'ordine (steward) negli stadi austriaci durante il campionato Europeo di calcio è stato affidato, anche, a società che avevano all'interno del proprio organico alcuni hooligans tedeschi pregiudicati, ecco un'altra "chicca".
Nessuno è perfetto...???

mercoledì 18 giugno 2008

Tabù

A proposito di informazione.
La fazione giallo-bianca: il senatore Marcello Pera (PdL) dichiara che il “Trattato di Lisbona” è inaccettabile perché non si possono strappare le radici della cultura cristiana che fondano l’Europa.
La fazione verde: i parlamentari della Lega Nord esultano per il risultato del referendum in Irlanda perché è frutto della necessità di mantenere l’autonomia.
La fazione grigia (il popolo italiano): non si esprime, o meglio, non ha diritto ad esprimersi perché l’oligarchia da cui viene governato ha deciso di aderire al Trattato.
La fazione biancazzurra(giornalisti): è una cricca di delinquenti prezzolati (alias pennivendoli) che si è guardata bene dal diffondere informazioni dettagliate sia sul testo del Trattato, sia sul fatto che non ci è stata data l’opportunità di scegliere se ratificarlo o meno, salvo poi diffondere il tutto a fatto avvenuto.
Traggo un paio di considerazioni.
1) Chi solleva un problema, chi ne solleva un altro ma, in generale, nessuno che analizzi le questioni con metodo dialettico. Il che è sintomatico della malafede. Il nocciolo della questione è che il Trattato di Lisbona ha la funzione di ultra liberalizzare (qualcuno dice in stile thatcheriano), e perciò irrigidire, il sistema del welfare nell’Unione. Si possono sproloquiare sciocchezze di qualsivoglia genere (autonomia rispetto all’Unione; derive relativiste sulla cultura della morale religiosa dei popoli; eccetera), ma quel che al popolo irlandese (e, scusate se è poco, un po’ anche a noi italiani!) interessa realmente è mantenere intatto il proprio Stato Sociale. Alla sera dopo una giornata di lavoro, cosa crediamo che vogliano mettere nel piatto dei propri figli gli irlandesi, le problematiche sull’aborto o il pane?
2) Escludendo dal discorso il signor Pera che, politicamente parlando, è più eclettico di una trottola, mi piacerebbe sapere in che maniera la Lega Nord ha intenzione di spiegare ai suoi nuovi elettori sottoproletari la questione del rinnovamento di tipo anglosassone del welfare?

venerdì 13 giugno 2008

Tools for middle class


Mi piacerebbe vedere che faccia hanno fatto quei “furbetti”, che alle ultime elezioni si compiacevano della sconfitta e conseguente scomparsa della sinistra radicale, quando hanno letto le notizie riguardanti le nuove norme europee in tema di contratti di lavoro.
Chissà che faccia avranno fatto quando hanno letto che le nuove norme ridurranno gravemente le garanzie del welfare continentale; oppure quando hanno letto che il limite settimanale passerà da 48 a 60-65 ore!


Cari genialoidi, ora che avete scoperto che i meravigliosi nodi scorsoi serviranno anche per il vostro collo, vi sembra che ci sia ancora da congratularsi?

Contessa

Non capisco veramente come si possa essere in disaccordo con certe proposte.
E’ proprio vero che ‘sti lavoratori (lavoratori…fannulloni semmai!) più ne hanno e più ne vogliono, non gli puoi dare una mano che subito cercano di prendersi il braccio.
Prendiamo l’esempio della Iveco di Torino.
Oltre a garantire a quegli straccioni un luogo e un modo di trascorrere felicemente le ore libere delle loro inutili vite, la dirigenza era anche disposta a fornire un più che sufficiente surplus ossia la meravigliosa cifra di 15 (quindici!) euro lordi nella già esosa busta paga.
Ebbene, anziché festeggiare, gli ingrati, cosa hanno osato fare? Hanno rifiutato!
E sapete cosa hanno anche avuto il coraggio di fare? Si sono rivolti ai sindacati per chiedere che il fastidio si traducesse in 28 (ventotto!) euro, circa 3,50€ l’ora!
No, dico…ci rendiamo conto?
Tre euro e mezzo per un’ora di lavoro straordinario in un giorno prefestivo (sabato) o festivo (domenica)!!!
Roba da matti…..
Ma ‘sti operai chi si credono di essere, persone?

Chissà dove finiremo di questo passo…..

giovedì 12 giugno 2008

Impunità?

Per gli amanti dell'enigmistica ecco uno stralcio dell'intervista di Antonella Rampino ad Angelino Alfano, Ministro Guardasigilli, pubblicata ieri, 11 giugno 2008 su "La Stampa".

Trovate la/le parole che non dovevano essere pronunciate:

"(...)

Domanda: "Dunque saranno possibili anche per reati di corruzione e concussione, come vorrebbe il suo predecessore Castelli?

Risposta: "Non vanno spuntate le armi della magistratura, chi corrompe o è corrotto deve andare in galera: siamo al lavoro per trovare la soluzione, ed estenderle anche ad altri delitti. Ma è il caso di ribadire che indagare non coincide esattamente con intercettare".

(...) "

Avviso per i solutori: occhio alla penna! La legge (non) è uguale per tutti!

martedì 10 giugno 2008

Ies, uè can...e!

Vorrei far presente ai soliti detrattori e criticoni che, a differenza di quel che vanno dicendo, il governo sta lavorando alacremente per stabilire civili livelli di educazione, cultura e buona politica nella nostra bella itaglia (che, mi dicono, è penis peninsulare).
Dell'ultima ora la proposta del Presidente della Camera dei Deputati, onorevole Gianfranco Fini, di impedire a qualche furbacchione di suonare il pianoforte con una sola mano.

Era ora che si pensasse ad alzare il livello culturale di certe esibizioni; in tutto il mondo si usano entrambe le mani oramai da tempo, è mai possibile che un diplomato al Conservatorio non sappia suonare che con una sola mano?

Nel frattempo il Ministro dell'Innovazione e della Funzione Pubblica, onorevole Renato Brunetta, per eliminare fisicamente i lavoratori (fannulloni!!!) degli uffici pubblici ha avanzato la proposta di licenziare chi usa solo gli indici. Per aumentare la produttività questo e altro!

Fossa Itaglia, ge la puoi faro!

domenica 8 giugno 2008

Opinioni.

Silvano Agosti sull'industria: " Tutto l'Occidente vive in un'area di beneficio perchè sta rubando... otto decimi dei beni del resto del mondo ...quindi non è che noi siamo il bene in un regime politico capace di darci la televisione...la macchina...no ....è un sistema politico che sa rubare otto decimi a tre quarti di mondo e che da un po' di benessere a un quarto di mondo che siamo noi...quindi signori miei...o ci si sveglia, o si fa finta di dormire, o bisogna accorgersi che siete tutti morti...voglio precisare...l'uso che si fa dell'industria, non l'industria...l'uso che si fa dell'industria è l'uso più sciatto e idiota che si potesse immaginare...non si può immaginare un uso più sciatto, tant'è vero che sta distruggendo il pianeta...sta spargendo ossido di piombo in tutte le città del mondo...sta creando cibi avvelenanti...sta facendo le peggio cose, sta facendo buchi nell'ozono...e tutti dicono...ah...bisogna aiutare l'industria...l'industria...capito?...è così idiota...per esempio dire : che rapporto c'è tra la scelta di trenta marche di dentifricio e l'inquinamento? rapporto cento a cento! E se noi avessimo invece tre dentifrici uno migliore dell'altro...con scritto dentifricio 1, dentifricio 2 e dentifricio 3...gli altri ventisette non inquinerebbero il mondo...e ho parlato del dentifricio...per non parlare di tutte le altre cose...perchè tutto è studiato per il profitto e non per la felicità dell'uomo...perchè per fare quello che fa l'industria bisogna uscire dalla vita...nel senso che la vita è clandestina all'interno dell'attuale cultura." (Tratto da: "Ca'Volo", Mtv 2001)

venerdì 6 giugno 2008

Le regole d'ingaggio.

La recente questione nata dal rifiuto, da parte di alcuni Stati, a disarmarsi delle tremende "bombe a grappolo" (cluster bomb) contribuisce a tenere vivo il dibattito sulla sicurezza.
Qualche settimana fa, Paul Kennedy notava che "quella che all'inizio sembra una scelta vantaggiosa, nel giro di qualche anno potrebbe rivelarsi un errore. Le armi miracolose rischiano di produrre dei risultati di cui ci pentiremo" (ma ovviamente, la sua opinione, è dal punto di vista degli Usa "gendarmi" del pianeta).
Dall'alto della loro superiorità, gli Usa, imponevano i criteri di disarmo, ora questo non è più possibile. Oltre alla Russia paesi come Cina e India (ad esempio) non accettano più questo tipo di imposizione per due motivi principali: posseggono il nucleare e il livello tecnologico per competere alla pari (per poco ancora, a breve giungeranno ad un livello più alto) militarmente; ed hanno interessi economici in divesi Stati.
Se fino ad ora il ruolo di "gendarmi" faceva comodo, adesso il mercato impone una scelta anche in questo campo perciò l'esclusività non è più a favore statunitense e, soprattutto, gli interessi delle singole Potenze stabiliscono scelte differenti.
Per capirci meglio.
L'economia cinese, ad esempio, ha influenti tentacoli all'interno di quella statunitense quindi, colpire un Paese dove la prima ha interessi forti significherebbe colpire indirettamente sè stessi. Ed è proprio su queste basi che sorge una domanda: per quale motivo tutti, tranne pochi fedelissimi alleati, dovrebbero completamente disarmarsi?
Senza appoggiarne ottusamente il concetto, è utile ricordare che il fondamento su cui poggia l'ideale di democrazia è il pluralismo perciò (appunto da un punto di vista democratico) è necessaria l'esistenza di diverse forze per garantire un certo equilibrio.
Insomma. Se da un lato si potrebbe sostenere la giustezza dell'imposizione americana al disarmo di Paesi considerati "pericolosi", è altrettanto sostenibile la necessità di non disarmo di questi ultimi.
Deduco perciò che, se il ruolo dell'Onu rischiava di andare a spegnersi, ora ricominciano ad esserci le basi per una sua ricostruzione e rivalutazione in funzione di organismo super partes.
In un sistema che fonda la propria esistenza sulla concorrenza, forse, gli "universalismi socialmente condivisi" di cui oggi necessitiamo per non incorrere nel caos dell' "ultimo uomo" si stabiliscono equiparando i differenti rapporti di forza, non imponendoli unilateralmente.

giovedì 5 giugno 2008

Il prosciutto sugli occhi.

La mancanza di volontà a liberarsi da determinati orpelli pregiudiziali e concettuali impedisce la visione del nócciolo dei problemi. Nel caso poi, dell'intreccio esistente tra politica e religione, all'interno dello stato laico, il rifiuto di riconoscere l'esistenza di un dio che sovrintende entrambe le sfere aumenta la difficoltà.
Nello stralcio della sua lezione pubblicato venerdì scorso su "
La Repubblica", Gustavo Zagrebelsky pone la questione parlando di fine della secolarizzazione e avvento dell' « epoca della post-secolarizzazione» .
Al fine di non perdersi in, quanto mai inutili, ghirigori intellettuali, mi viene in soccorso un personaggio oramai quasi dimenticato dall'intellighenzia Mancina.
«Per una società di produttori di merci, il cui rapporto di produzione generalmente sociale consiste nell'essere in rapporto con propri prodotti in quanto sono merci, e dunque valori, e nel riferire i propri lavori privati l'uno all'altro in questa forma di cose, come eguale lavoro umano, il Cristianesimo, col suo culto dell'uomo astratto, e in ispecie, nel suo svolgimento borghese, nel protestantesimo, deismo, ecc., è la forma di religione più corrispondente.»
(Karl Marx, Il Capitale; libro primo, prima sezione, capitolo primo, paragrafo 4: Il carattere di feticcio della merce e il suo arcano, pag.111 - Editori Riuniti, IX edizione 1980).

mercoledì 4 giugno 2008

God bless Bill!



Dopo averci fustigato le parti basse per diversi mesi, sono finalmente giunte alla conclusione le Primarie del Partito Democratico negli Usa.






Il candidato sarà Barack Obama.
Prossima puntata a novembre, versus Mc Cain (che culo!).


lunedì 2 giugno 2008

Relaxxx.





Mutya Buena, "Real Girl".

Oggi voglio rilassarmi, perciò solo musica e pensiero.

Mutya è una topolona (pardòn...voce interessante...sennò mia moglie mi disossa!), ex Sugababes (???), e la canzone non è male. E' sicuramente una cover ma non ricordo di quale famoso pezzo.

Riguardo al pensiero mi "sciropperò" qualche lezioncina di Natoli "podcastata" da RadioFeltrinelli.

E buona festa a tutti!