venerdì 31 agosto 2007

Liberamente.....

Io personalmente, dopo le ultime evoluzioni, mi sento molto più tranquillo.
Finalmente un'Italia che si preoccupa seriamente dei problemi sociali.
Il primo vero passo verso l'estinzione della disoccupazione è già in atto da tempo e, fortunatamente, viene continuamente perseguito, tra poco tempo la precarizzazione sarà pressochè totale...vabbè ma è "solo" un effetto collaterale del resto un prezzo bisognava pur pagarlo, no?
Poi, da Firenze, finalmente, un forte segnale per debellare la criminalità che infesta le nostre strade, non se ne poteva più di zingari, lavavetri, marocchini e straccioni puzzolenti vari, ma come si permettono di venire ad invadere le nostre città con l'assurda pretesa di avere qualche spicciolo per mangiare, che tornino al loro paese e se muoiono di fame...peggio per loro, dovevano pensarci prima!
Un altro segnale verso una società più libera e bella è dato dalla Corte di Cassazione la quale stabilisce che il "mobbing" non è reato, oh... meno male, ma come osano protestare 'sti inferiori...un padrone deve essere libero di fare quello che vuole sennò che padrone sarebbe...e poi, che sarà mai...una palpatina...una minacciuccia...un declassamentino...e che diamine!
Ma non è che 'sta parola (mobbing ,n.d.r.) l'hanno inventata i comunisti?
Infine uno dei piatti forti, la riduzione delle tasse.
Io le eliminerei del tutto. Ma si, dai eliminiamo per sempre 'sta rottura di scatole, tanto a che serve?
A sovvenzionare la sanità pubblica? Ma tanto chi ci va negli ospedali e nelle strutture mediche pubbliche se non i morti di fame...
I mezzi di trasporto? Ma sù, si vede che sono "nettamente" migliorati da quando non sono più completamente statali, così come le Poste; la Polizia, i Carabinieri e tutte le forze di protezione pubblica? E a che servono? Ci sono già metronotte e body-guard....
Cavoli, m'è venuta un'idea!
Tutti noi, da privati cittadini, per controllare il territorio potremmo formare delle "squadre".....


giovedì 23 agosto 2007

Tempo di scelte.


Oramai da qualche settimana su vari giornali e siti web si legge della manifestazione contro il precariato che si terrà a Roma il 20 ottobre.
Il gruppo de "L'Ernesto" adduce lodevoli propositi ("Afghanistan, Vicenza, scudo stellare, pensioni, mercato del lavoro") e richiama all'unità delle sinistre e dei movimenti, ma questo non è nient'altro che un tentativo di rimettere insieme i cocci del vaso per sostenere il governo Prodi.
Il rischio grosso che si corre è la totale strumentalizzazione a favore di una più ampia visibilità da portare in dote agli "alleati" di governo affinchè questi tocchino con mano la potenza del fido servo e ne riconoscano la totale subordinazione.
Personalmente io la scelta l'ho già fatta.
Io dico no al precariato; dico no alla controriforma pensionistica al quale confronto la legge Maroni sembra "giusta"; dico no alla detassazione delle ore di lavoro straordinario che di fatto permettono l'allungamento delle ore lavorative e il conseguente ricatto padronale; dico si alla cancellazione completa, senza se e senza ma, della Legge 30; e dico no a questa sinistra che non rappresenta nè me nè alcun altro se non i propri suoi interessi di governo.
Il 20 ottobre, a Roma, l'unica cosa giusta da fare è seguire il consiglio dei compagni di Aginform (http://www.pasti.org/) : tutti in piazza a manifestare il proprio sdegno e dissenso al precariato ma non sotto i vessilli della sinistra di governo!

mercoledì 22 agosto 2007

Cul...tura

Il popolo degli automi ingoia l'ennesimo rospo.
Mandrie inferocite di sociologi da mercatino delle pulci e pseudo intellettualoidi da quattro soldi da tempo (im)memorabile ci strapazzano i gioielli di famiglia con il profondo, quanto inutile, assioma della mancanza di cultura.
Sull'altro lato della strada, gruppuscoli di sopravvissuti al genocidio dell'umanità pensante, risponde con un coro di :"Ma vaffancul...tura!".
Ogni anno l'aumento dei prezzi dei testi scolastici si aggira intorno al 25%, per non parlare dei dischi,degli ingressi a teatro, al cinema alle mostre e ai musei.
Qualcuno una volta disse:"Non conoscere i fatti è da sciocchi, conoscerli e negarli è da criminali!"....E intanto le blatte da salotto letterario, mentre si ingozzano, continuano a propinarci il loro proverbio da terzo millennio:"Il tasso di anafalbetizzazione è in continua crescita!".Tutto ciò, vagamente, mi ricorda un altro proverbio di terzo millennio:"Se vuoi veramente lavorare un posto lo trovi!",sottopagato, o in nero, o in condizioni subumane o tutto insieme, ma lo trovi!Perciò padri e madri non lamentatevi, se volete veramente che i vostri figli studino un modo per pagare i libri lo troverete!Ma mi raccomando, fate in fretta perchè c'è carenza di cultura!

domenica 19 agosto 2007

Viva la civiltà!

Non sono razzista.
Il fisiologo, per professione, ma anche biologo, antropologo e ornitologo, per passione, Jared Diamone nel suo saggio, premiato con il Pulitzer nel 1998, “Armi, acciaio e malattie” dice, che non è possibile essere o dirsi razzisti perché l’intera umanità è una razza unica rispetto alle altre razze animali ma al suo interno vi sono diverse etnie.
Musica di vittoria per le mie orecchie scoprire che i cosiddetti “razzisti” sono ancor più scemi di quanto già credessi.
L’antropologia, che è una scienza in continua evoluzione, fino ad oggi, ha oggettivamente riconosciuto come verità, tra le altre, che la razza umana è una ma esistono diverse etnie (come appena detto) e che l’uomo possiede la capacità di adattarsi all’ambiente esterno in funzione di conservazione della specie.
Durante le prime imprese di colonizzazione dell’era moderna, i “civili” inglesi, francesi, portoghesi, olandesi, spagnoli eccetera inorridivano nello scoprire che esistevano “civiltà” diverse dalla loro e che costoro praticavano riti o si attenevano a usi talmente lontani dalla concezione occidentale di civiltà tanto da definirli barbari e considerarli poco più che animali selvaggi; fino ad oltre la seconda metà degli anni Settanta del Ventesimo secolo in Nuova Zelanda vivevano alcune tribù (poi sterminate) di indigeni che, tra le loro abitudini, avevano quella di andare a caccia di teste umane e addirittura, in alcuni casi, l’usanza di cibarsi del cervello del capo tribù morto nella speranza di ereditarne le capacità di comando e organizzazione; ancora oggi qualcuno inorridisce al solo pensiero che in alcune parti del mondo vi siano popoli che si cibano di cani, gatti, topi o insetti e quasi si deridono o si giudicano con atteggiamenti di superiorità quei popoli che ritengono incarnazione diabolica, il maiale per i musulmani, o divina, la vacca per gli induisti.
Bisogna sempre tenere presente che la prima necessità umana è la conservazione della specie, i bisogni fisiologici primari vengono tramutati per comodità in credenze religiose e ciò spiega le usanze di determinate popolazioni che trovandosi a vivere entro determinate condizioni adottano determinati comportamenti, il cannibalismo non è quindi una pratica da considerarsi barbara, nel caso suddetto, ma una necessità imposta dalla evidente mancanza di risorse proteiche migliori, e così i diversi casi succitati.
Il noto antropologo criminale Cesare Lombroso teorizzò che la cosiddetta “natura” violenta dei delinquenti fosse un portato genetico era cioè convinto che delinquenti si nasce e non si diventa.
Anche qui gli studi scientifici hanno smentito questa convinzione; gli uomini nascono tutti uguali ma nel corso della loro esistenza modificano le proprie abitudini e peculiarità in base agli influssi e alle informazioni che l’ambiente esterno trasmette, ciò gli permette di sopravvivere. Chi ruba o uccide, che in generale compie azioni che esulano dai canoni tradizionalmente riconosciuti del vivere “civile”, non lo fa perché è nato con quel tipo di “istinto”, ma perché agenti esterni ne hanno modificato i tratti caratteriali (la fame derivata dalla povertà, le guerre, l’invidia, la gelosia, eccetera eccetera).
Questa naturalmente non vuole essere una giustificazione ad uno o alcuni episodi di particolare efferatezza criminale e neanche deve essere considerato come un manifesto in difesa dei crimini, ma semplicemente una risposta critica alle inaccettabili “credenze” differenzialiste che non indagano i problemi con metodo dialettico.
L’ultimo punto concerne una considerazione personale. Si tratta del “political correct” ossia quella oscena usanza di definire le cose con un termine diverso da ciò che realmente sono per non urtare la sensibilità di alcuni, ciò nasce non con funzione protettiva dell’indifeso ma come “apartheid” del diverso, per esempio definire “portatore di handicap” un individuo sembra una maniera elegante e rispettosa di descrivere una persona con un difetto fisico ma in realtà equivale a relegare alla condizione di diverso un soggetto che diverso non è.
Fatte queste premesse arrivo al punto che mi crea fastidi.
E’ mia convinzione il fatto che non è una semplice questione di ignoranza il considerarsi o il cercare di diffondere il razzismo ma, superficialmente, questa convinzione, pare essere l’unica spiegazione che la maggior parte dei non razzisti danno al problema.
Il nostro tempo è pervaso dal paradigma culturale dell’espressione visiva e dell’ostentata apparenza pubblica, non a caso viene considerato più degno di rispettabilità che è ben vestito rispetto a chi lo è meno, senza però considerare se il primo è realmente rispettabile rispetto al secondo. Non so se è più corretto parlare di razzismo o di classismo, fatto stà che la maggior parte di noi, pubblicamente, si riempie la bocca con “anatemi” contro il razzismo e le discriminazioni ma nel privato o nell’intimo di una discussione odia e discrimina.
Esempi eclatanti se ne leggono spesso sui quotidiani dove su una pagina si legge di “intolleranti episodi di razzismo…” e su quella seguente si legge “…arrestato maghrebino…” (o romeno o albanese eccetera) e non “…arrestato criminale maghrebino…” (o romeno o albanese o canadese eccetera) quasi a sottintendere che determinate etnie siano storicamente, o addirittura antropologicamente, criminali, oppure usare il termine “extracomunitario” (ossia che non è abitante di uno Stato che fa parte della Comunità Europea) per descrivere un immigrato che proviene da uno Stato dell’est Europa o dell’Africa ma non dalla Svizzera o dall’America o dall’Australia ( lo svizzero è svizzero, il tunisino è extracomunitario) ; esempi meno eclatanti ma non meno viscidi sono quelli che, di tanto in tanto, alcuni elementi ci riservano in giro :”Sti romeni sono tutti zingari!”, per non parlare di :”I napoletani sono tutti mariuoli e fannulloni”, all’apparenza sciocchi luoghi comuni ma che in realtà, proprio perché proverbiali, tramandano odi secolari. Nella mia città, ad esempio, la maggior parte di quelli che dicono di preferire l’auto al mezzo pubblico oltre a sottolineare il disagio per i frequenti ritardi dovuti al traffico (chissà come mai…ma guarda un po’…) si lamentano che sono sempre affollati di extracomunitari e gentaglia mal vestita e maleodorante, paradossalmente erano più “civili” nell’America degli anni Quaranta dove si relegavano i “negri” in settori appartati ma almeno sullo stesso mezzo con i “bianchi”.
Insomma, il razzismo nel nostro “belpaese” sta raggiungendo livelli di inaccettabilità. Anzi mi correggo, non il razzismo ma il “classismo”.
Ma ciò che più mi disgusta è scoprire che alcuni miei simili considerano altri miei simili inferiori e addirittura dicono di preferire i propri animali domestici piuttosto che il muratore “romeno” o il “marocchino” che scarica frutta al mercato perché loro, gli animali, sono meno incivili.
Come è lontana la “civiltà”, da “questa” civiltà!

mercoledì 15 agosto 2007

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martedì 14 agosto 2007

Promemoria!!!


Costituzione della Repubblica Italiana

Articolo 3.

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.



sabato 11 agosto 2007

Sottovoce

E' evidente che egli non ha molta dimestichezza con la politica, ha dato fiato alla sua tromba senza pensare alle conseguenze che inevitabilmente avrebbe scatenato.
In politica prima di agire bisogna considerare diversi fattori, primo tra tutti il rapporto di forza esistente all'interno del proprio partito e poi all'esterno, se non si fa ciò si viene travolti e schiacciati anche se quel che si fa o si dice è, tutto sommato, condivisibile; un'altra importante considerazione da fare è che nei partiti o nelle coalizioni il singolo conta poco rispetto alla comunità interna e perciò se si vuole colpire bene bisogna saper "sparare" nel mucchio.
Questa piccola premessa per dire che il "tenore" del PRC probabilmente voleva denunciare un problema che assilla e devasta il nostro Paese ma ha usato metodi discutibili.
La cosa che mi fa imbestialire è che certi argomenti, precariato, morti sul lavoro, sfruttamento, insomma di cose ben più importanti del risolvere le crisi all'interno del costituendo Partito Democratico che, se permettete, al confronto mi interessa allo stesso modo di come mi "fotte" della velina di turno che si scoscia su qualche spiaggia, cioè zero, si parla solo in estate con le caviglie a bagno e la schiena sulla sabbia.
I precari rimangono precari anche ad agosto e i disoccupati "schiattano" tutto l'anno!
Capito?

mercoledì 8 agosto 2007

Caos.... o casino....


All'aeroporto di Roma Fiumicino, lo smistamento dei bagagli avviene con tempi molto lunghi.
Di chi poteva essere la colpa se non di quelli che svolgono questo lavoro?
Mi spiego meglio.
Anche i dipendenti delle ditte che assicurano il servizio hanno diritto alle ferie; per sostituirli i dirigenti non si preoccupano di mantenere i consueti livelli di qualità, perciò assumono meno operai (pare quasi la metà) e con contratti "ad interim"(l'elegante maniera di chiamare quella porcata che è il precariato!).
Il risultato è che gli stagionali non sono messi nelle condizioni ottimali per poter operare adeguatamente e quindi fanno ciò che riescono a fare.
La società moderna è come un enorme negozio dove, naturalmente, il cliente ha sempre ragione; dal cliente le lamentele per i disservizi scendono sempre più giù fino ad investire coloro che occupano il livello più basso della scala sociale, i lavoratori, che per ritorsione subiscono continuamente ricatti.
Io sono veramente incazzato!
La vogliamo finire di scambiare il canale rettale dei lavoratori per un casello autostradale?
Eppure considerando la merda che ci sommerge, si potrebbero utilizzare culi meno usati....
(Chiedo scusa per la trivialità, ma quando ce vò.....ce vò!)
Gianluca.

lunedì 6 agosto 2007

In memoria. 6-9 agosto 1945



Oggi cade il 62° anniversario dell'Olocausto atomico.

Tra gli Stati che ufficialmente posseggono questo tipo di arma, solo la Russia parteciperà alla cerimonia di commemorazione delle oltre 140.000 vittime che si terrà a Hiroshima.

Naturalmente coloro che si sono resi responsabili di quel gesto, gli USA, non ne sentono il bisogno.

Una goccia nel mare conta poco, ma una goccia scava una roccia. Perciò è necessario ricordare.